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VENEZIA 2016 Fuori concorso

Planetarium: il velo delle apparenze

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- VENEZIA 2016: Rebecca Zlotowski porta un film ammaliante, criptico e ibrido sotto una superfice romanzesca, con Natalie Portman, Emmanuel Salinger e Lily Rose Depp

Planetarium: il velo delle apparenze
Lily Rose Depp e Natalie Portman in Planetarium

“Avete aperto una porta che non posso più chiudere”. E’ uno strano universo, fatto di misteri, segreti, illusioni e malintesi, quello evocato da Rebecca Zlotowski in Planétarium [+leggi anche:
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, presentato fuori concorso alla 73ma Mostra di Venezia, prima di approdare al Festival di Toronto per una proiezione di gala. Tra sogni e incubi, lampi di ricchezza parigina e ombra crepuscolare, con la sanguinosa Seconda guerra mondiale che si profila all’orizzonte, frustrati desideri di contatto con l’aldilà e luci della ribalta cinematografica, il film si immerge in un piccolo teatro umano e romanzesco, che in superfice mette in mostra l’incontro di due sorelle americane, entrambe medium, con un produttore cinematografico francese, ma nel profondo nasconde dimensioni intimamente suggestive, giocate sul motivo principale della presenza e dell’assenza a se stessi.

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E’ sulla frontiera mobile dell’inconscio, delle visioni accecanti e della creazione delle immagini che scorre sotterraneo il terzo lungometraggio di una regista che persegue tenacemente le sue “sperimentazioni”, dopo l’ellittica finezza psicologica di Belle épine [+leggi anche:
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(Settimana della critica di Cannes 2010) e il lirismo rappresentato in Grand Central [+leggi anche:
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(passato anch’esso sulla Croisette, al Certain Regard 2013). Questa volta l'asticella è molto più alta, sia per il cast, che vede la star americana Natalie Portman tra i personaggi principali, sia per la moltitudine di fili tematici intrecciati dalla trama; ma Rebecca Zlotowski non ha per questo rinunciato alle avventure interiori, allo scavo nell’insondabile, che danno a Planetarium uno stile assai particolare, vagamente insolito, sotto la patina romanzesca “tradizionale”. Dalla visione del film emerge tutta una serie di impressioni diffuse, come quando, nella vita, percepiamo istintivamente che sta accadendo qualcosa di strano, ma non possiamo farci niente. Un’atmosfera impalpabile che non ci fa afferrare il film di primo acchitto, ma che in realtà è una scelta felice, perché in perfetta sintonia con il suo soggetto e la sua enigmatica sceneggiatura, scritta dalla cineasta insieme al talentuoso Robin Campillo.

Il primo personaggio è una giovane ragazza, Kate, che ha il dono della medianità (la raggiante Lily Rose Depp). L’altro personaggio è la sorella maggiore (la divina Natalie Portman), Laura, che ha la capacità di vendere questo strano potere, dividendo la scena con la sua sorellina in trance. Il terzo personaggio, Korben (l'ecellente Emmanuel Salinger), dirige uno studio cinematografico e, affascinato e turbato dalle sedute spiritiche, prende le due sorelle sotto la sua ala protettiva, con l’ambizione di “filmare dei veri fenomeni, in anteprima mondiale, immagini non truccate di fenomeni paranormali”. Dalla sua lussuosa dimora al set, che apre a Laura la strada verso una carriera come star del cinema, mentre Kate diventa una cavia per ricerche scientifiche, la traiettoria dei nostri tre protagonisti si innalza sulle ali di segreti inaspettati, nel clima febbrile della festa, che si fa sempre più scuro, perché “non si sa mai cosa può succedere quando sta per scoppiare una guerra”.

Saltando rapidamente sui diversi piani della sua trama, Planétarium si fa notare anche per l’iper-realismo delle sue immagini, che discosta il film dalla classica ricostruzione storica e ne rinforza il carattere straniente, distribuendo qua e là alcune sequenze quasi oniriche. Un’opera ibrida e mutevole, che tinge con un sottile strato di racconto fantastico un film altrimenti inetichettabile e sorprendente e che tesse dei fili esili dell’impenetrabile. Una certa opacità costituisce il fascino e il mistero del film, ma è soprattutto una nuova testimonianza dell’originalità di Rebecca Zlotowski, di cui attendiamo con ansia le prossime avventure cinematografiche.

Prodotto dalla francese Les Films Velvet, e coprodotto dalle francese France 3 Cinéma, Kinology e la belga Films du Fleuve, Planetarium è venduto all’estero da Kinology [+leggi anche:
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(Tradotto dal francese)

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