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FESTIVAL Cina

Shanghai accende le luci sul cinema internazionale

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- Il più grande Festival del cinema internazionale in Cina si terrà tra il 17 e il 26 giugno, offrendo una vasta gamma di film europei

Shanghai accende le luci sul cinema internazionale
Fault Condition di Cătălin Saizescu

Lo Shanghai International Film & TV Festival dà il via domani (17 giugno) alla sua 20ma edizione. Il festival durerà fino al 26 giugno, giorno in cui saranno consegnati i premi principali, tra cui i Calici d’Oro per i film, i documentari e le animazioni in concorso. Cristian Mungiu, vincitore della Palma d’Oro e astro di Cannes, presiederà la giuria del Calice d’Oro, di cui sarà parte anche un maestro della regia macedone, Milcho Manchevski, oltre a molti altri professionisti asiatici e americani.

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Il festival e il concorso per il Calice d’Oro saranno inaugurati dalla visone di The Chinese Widow, il nuovo film completamente finanziato dalla Cina, del danese Bille August, due volte vincitore della Palma d’Oro. Il film, con Bille August, racconta la storia d’amore tra un soldato americano che compie un atterraggio d’emergenza in Cina, dopo l’incursione aerea su Tokio del 1942, e una giovane vedova che lo soccorre.

Il cinema europeo è ben rappresentato nel concorso con l’anteprima mondiale di Fault Condition, del cineasta rumano Cătălin Saizescu (con cui la Romania concorre per la prima volta), da My Brother Simple del regista tedesco Markus Goller e dalla coproduzione russo-lituano-macedone Kharms di Ivan Bolotnikov; avranno la loro première internazionale anche In the Great and Terrible World, diretto dagli italiani Daniele MaggioniLaura Perini e Maria Grazia Perria (già proiettato al Bif&st di Bari), Mad to Be Normal del regista inglese Robert Mullan (con Elisabeth MossDavid Tennant e Gabriel Byrne) e I’m A Killer [+leggi anche:
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intervista: Maciej Pieprzyca
intervista: Renata Czarnkowska-Listos …
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del polacco Maciej PieprzycaBrigsby Bear (USA) di Dave McCaryThe Conformist (Cina) di Cai ShangjunNo Bed of Roses (Bangladesh/India) di Mostofa Sarwar FarookiOur Time Will Come (Cina) di Ann HuiPedicab (Filippine) di Paolo Villaluna, Reminiscence (Giappone) di Yasuo Furuhata e Yellow (Iran) di Mostafa Taghizad completano la selezione.

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 (Bulgaria/Finlandia) di Tonislav Hristov, Robinù [+leggi anche:
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 (Italia) di Michele SantoroWhen Paul Came over the Sea [+leggi anche:
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 (Germania) di Jakob Preuss si scontreranno nella sezione dedicata ai documentari, mentre In the Forest of Huckybucky [+leggi anche:
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 (Norvegia) di Rasmus A Sivertsen, Loving Vincent [+leggi anche:
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 (Regno Unito/Polonia) di Hugh Welchman e Dorota Kobiela e Richard the Stork [+leggi anche:
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 di Toby Genkel e Reza Memari (Germania/Belgio/Lussemburgo/Norvegia) si confronteranno in quella riservata alle animazioni. 

Il festival ha in programma anche una retrospettiva sull’opera di Jean-Pierre Melville e Rainer Werner Fassbinder all’interno di Tribute to the Masters, oltre a Spotlight on Germany (che proietterà film come House without Roof [+leggi anche:
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di Soleen Yusef) e alla sezione The Belt and Road, dedicata a film provenienti da paesi una volta parte della via della seta (quest’anno toccherà a film balcanici come Train Driver's Diary [+leggi anche:
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 e The Constitution [+leggi anche:
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intervista: Rajko Grlić
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).

Il SIFF si è imposto come il crocevia del cinema asiatico, mettendo in luce la floridità dei talenti locali, sia nella sezione Asian New Talent, la seconda più importante competizione, sia nel SIFF Project industry, l’evento in cui vengono selezionati diversi progetti cinematografici che saranno poi sviluppati con il sostegno di professionisti del continente.

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(Tradotto dall'inglese)

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