email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LOCARNO 2017 Piazza Grande

The Song of Scorpions, compassione e vendetta nel deserto del Rajasthan

di 

- LOCARNO 2017: Il pluripremiato regista Anup Singh ci trasporta in un altro mondo dove vigono leggi arcaiche, superstizioni, e musiche dal potere salvifico

The Song of Scorpions, compassione e vendetta nel deserto del Rajasthan
Golshifteh Farahani in The Song of Scorpions

Quattro anni dopo il suo ultimo film Qissa: The Tale of a Lonely Ghost [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, mostrato in ben 35 festival in tutto il mondo fra i quali: Toronto, Busan, Rotterdam e Göteborg, Il pluripremiato regista Anup Singh, nato in Tanzania ma residente da molti anni a Ginevra, presenta sulla Piazza Grande, al Locarno Festival, The Song of Scorpions [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, un film ambizioso dal cast scintillante: Golshifteh Farahani (Nooran) e Irrfan Khan (Aadam). Il film è una coproduzione fra Svizzera, Francia e Singapore.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

The Song of Scorpions, sorta di racconto popolato da personaggi archetipali e invaso un profumo velenoso, ci trasporta letteralmente in un altro mondo dove vigono leggi arcaiche, superstizioni, e musiche dal potere salvifico. L’ultimo film di Anup Singh si fonda sulle dualità insite nell’animo umano facendole coabitare come riflessi di una stessa immagine: l’amore e la vendetta, la forza e la sensibilità, la ragione e la follia.

Mescolando con intelligenza vari generi cinematografici (di cui distilla solo alcuni aspetti) fra i quali il musical e il sottogenere “rape and revenge”, The Song of Scorpions ci trasporta lontano, nel maestoso deserto del Rajasthan, dove si svolge un duello all’ultimo sangue fra amore e possessione, il cui trofeo è la libertà.

Nooran, indipendente e coraggiosa, vive con sua nonna dalla quale sta imparando gli antichi canti del deserto che hanno il potere di incantare gli scorpioni e bloccarne il fatale veleno. A disturbare questa quiete dagli accenti mistici arriva Aadam, un commerciante di cammelli che si innamora perdutamente di Nooran. Questa però sembra non curarsi di lui preferendo i suoi canti guaritori ad un matrimonio convenzionale. Una sera fatale trasforma la vita dell’affascinante incantatrice di scorpioni in incubo: aggredita brutalmente da un misterioso uomo che l’ha chiamata dopo essere stato punto dal pericoloso animale Nooran viene ritrovata nel deserto in uno stato pietoso dal quale sembra non essere capace di riprendersi.

Privata della sua adorata nonna/maestra (misteriosamente scomparsa durante la sua aggressione) Nooran accetta di sposare Aadam. La vita e i canti sembrano piano piano riprendere il loro corso fino a quando una verità impossibile da accettare sconvolge nuovamente l’universo della giovane guaritrice.  

Fra colpi di scena magistrali e paesaggi mozzafiato The Song of Scorpions ci spinge a riflettere sul concetto d’amore e possessione, di vendetta e compassione. Un vortice di sentimenti che sebbene trasposti in un contesto dagli accenti fiabeschi restano universali ed estremamente attuali. 

I meravigliosi canti di Nooran diventano la sua sola via di fuga, espressione di una libertà che sembra essere riservata solo agli uomini. Una libertà che malgrado tutti cerchino di strappargli continua a vivere fra le dune del deserto, irraggiungibile come la sua voce.

The Song of Scorpions è prodotto da KNM Prod e Feather Light Films in associazione con Ciné-Sud Promotion, Aurora Media Holdings e M! Capital Ventures. Il film ha ricevuto il supporto dell’Ufficio federale della cultura, Cinéforom, Loterie Romande, CNC - Aide aux cinémas du  monde e Eurimages. The Match Factory si occupa dei diritti mondiali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy