Gwendolyn: la battaglia sportiva e personale di una donna incredibile
- Il nuovo documentario di Ruth Kaaserer, in mostra alla Viennale, racconta il ritorno di una sollevatrice di pesi alla sua disciplina, dopo aver sconfitto il cancro
La protagonista del nuovo documentario di Ruth Kaaserer, Gwendolyn, in mostra alla Viennale precedentemente alla sua anteprima mondiale al DOK Leipzig, è Gwendolyn Leick, una donna sulla sessantina. È un'austriaca espatriata a Londra, antropologa in pensione, scrittrice part-time, sopravvissuta al cancro e atleta. Ha iniziato a fare sollevamento pesi all'età di 52 anni ed è arrivata a conquistare il titolo di Campionessa europea e mondiale nella categoria under 52 kg; attualmente in via di guarigione dopo una dolorosa malattia, è fermamente determinata a riconquistare la sua posizione. Controllata a stretto giro dalla sua coach, Pat, sostenuta dal marito ivoriano che si direbbe più giovane di lei, Charlie, e di tanto in tanto visitata dai suoi familiari, questa donna si mette alla prova ogni giorno.
Gwendolyn è il secondo lungometraggio documentario di Kaaserer dopo Tough Cookies del 2014, ed entrambi prendono in considerazione una tematica legata a donne che si misurano con sport fisicamente impegnativi e tipicamente ritenuti maschili. Tough Cookies seguiva tre boxiste americane, a livello sia amatoriale che professionale, la loro vita ai margini della società, e la loro ricerca di se stesse attraverso sport spesso violenti. Gwendolyn Leick è tuttavia un tipo differente di protagonista: lei è in pace con se stessa, sembra soddisfatta della sua vita e non deve dimostrare niente a nessuno. Lei non lotta contro gli avversari, ma contro la sua malattia, che rimane dietro l'angolo, come anche una certa fragilità interiore. È il prototipo della donna forte ed è il motivo per cui questo film funziona anche oltre il pubblico appassionato di sport o di storie che raccontano la vittoria su una malattia.
Girato in Gran Bretagna, Germania, Austria e Azerbaijan, dove ha avuto luogo la finale della Master’s Competition, il film percorre insieme a Gwendolyn il suo viaggio sportivo e personale, ma ci offre anche un'idea del pensiero di questa donna particolare e del suo straordinario percorso di vita. Kaaserer e il direttore della fotografia Serafin Spitzer preferiscono rimanere vicini alla protagonista, in casa sua, nella palestra di Pat e durante il campionato a cui partecipa, concentrandosi sulle sue espressioni e sulla tensione dei muscoli; ma le lasciano anche spazio per respirare durante le parti più contemplative, come quando si immerge nella natura o passa del tempo al balcone, suggerendo che c'è dell'altro oltre il dolore fisico e la soddisfazione derivante dai risultati sportivi. La disciplina del sollevamento pesi altro non è che l'esatta metafora della pratica quotidiana di chi lotta nella vita, ma in Gwendolyn funziona grazie alla sua protagonista, rappresentata come un essere umano completo e a tutto tondo.
Gwendolyn è stato prodotto da Soleil Films, che ne gestisce anche le vendite internazionali.
(Tradotto dall'inglese)
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