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TRIBECA 2018 Concorso

Recensione: Virgins

di 

- Keren Ben Rafael firma un’accattivante primo lungometraggio di finzione sul passaggio all'età adulta e sulla necessità di conservare un'anima da bambino

Recensione: Virgins
Joy Rieger (a destra) in Virgins

"Era l'alba, ma era ancora buio. C’era la luna piena e le stelle brillavano nel cielo. Era un’occasione da non perdere, l'occasione della vita". Ascoltando Lana, la 16enne protagonista di Virgins [+leggi anche:
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scheda film
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, primo lungometraggio di finzione del regista israeliano Keren Ben Rafael, presentato in concorso internazionale al Tribeca Film Festival, l'esistenza di Kiryat Yam sembra poetica. Ma in realtà non è così, e se le luci di Haifa scintillano a pochi chilometri di distanza, la piccola città costiera dove si trova emana piuttosto un senso di noia e di vuoto, con il suo lungomare incompiuto e i pochi anziani che lo percorrono.
E’ in questo contesto alquanto deprimente e senza molte speranze per il futuro che langue la nostra giovane ed energica eroina

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(Joy Rieger), una ragazza che non ha paura di niente e che sogna di fuggire a Tel Aviv, per uscire dalla routine che include i suoi amici del posto e sua madre Irina (Evgenia Dodina), una donna sola di origine russa che gestisce un bar poco frequentato sulla spiaggia.

Ma, come in un western (genere cui la musica del film allude vagamente), l’arrivo di un (bello) straniero sconvolgerà tutto: lo scrittore, poeta e giornalista Chip (Michael Aloni). Dopo un primo incontro rocambolesco (viene punto da una medusa e lei gli fa pipì sopra per lenire il dolore), Lana lo accompagna per tradurgli il racconto di un pescatore che parla solo russo e, per divertimento, inventa una storia sulla comparsa di una sirena (un mito presente nella memoria collettiva locale). Quello che non aveva previsto era che Chip ne avrebbe tratto un articolo, che viene pubblicato su Haaretz e scatena un'onda mediatica alimentata da un sindaco (Rami Heuberger) che sogna di risollevare l'economia della città promettendo un milione di dollari a chiunque testimoni il fenomeno: tutto ciò porta a Kiryat Yam una folla di curiosi e di villeggianti. Un inganno che Lana e il seducente e disilluso trentenne Chip assecondano...

Partendo dagli elementi classici del passaggio all'età adulta (rapporto di Lana con sua madre e sua cugina piccola, il suo sogno di essere altrove e la sua inquieta attrazione per Chip, ecc.), Keren Ben Rafael estrae un film tenero, ricco di piccole trovate e non privo di umorismo, sul tema dell'innocenza, su quella parte irrazionale dell'infanzia che il desiderio di crescere non dovrebbe cancellare. Sfruttando le risorse del suo scenario naturale e il carisma della sua interprete principale, il regista (diplomato alla scuola parigina La Fémis) riesce facilmente (anche se non tutto è perfetto) il suo passaggio al lungometraggio, senza osare troppo, ma puntando sulla dolcezza, l'empatia e un fascino progressivo.

Prodotto dalla società francese Avenue B Productions, coprodotto dagli israeliani di United King Films e di Artza Productions, e dai belgi di Frakas Productions, con il sostegno di Eurimages, Virgins è venduto nel mondo da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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