email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2018 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: Carmen y Lola

di 

- CANNES 2018: Il film di Arantxa Echevarría trasuda freschezza, autenticità e difende uno degli ultimi diritti da conquistare: l’amore passionale tra donnne gitane

Recensione: Carmen y Lola
Rosy Rodríguez e Zaira Romero in Carmen & Lola

Dopo la presentazione, qualche giorno fa, di Petra [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Jaime Rosales
scheda film
]
di Jaime Rosales alla Quinzaine des Réalisateurs, un altro film spagnolo che ha per titolo un nome (o nomi) di donna è stato proiettato al 71º Festival di Cannes: Carmen y Lola [+leggi anche:
trailer
intervista: Arantxa Echevarría
scheda film
]
, primo lungometraggio di finzione della bilbaina Arantxa Echevarría, che aveva firmato in precedenza, fra gli altri, i cortometraggi Yo presidenta, El solista de la orquesta e El último bus, e il documentario Cuestión de pelotas.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

L’esperienza di Echevarría nel cinema del reale si percepisce chiaramente in Carmen y Lola, una storia scritta dalla regista stessa che in alcuni momenti sembra un documentario, tale è l'autenticità che sprigiona nel plasmare il mondo gitano e i suoi costumi, incontri e credenze. Per far ciò, introducendo il pubblico in un ambiente sconosciuto, lo sguardo – sempre rispettoso – di Arantxa vaga per mercatini, case e quartieri della periferia di Madrid, con l'urgenza e la vitalità della camera a spalla, facendo un ritratto veritiero e senza cadere nel costumbrismo o nella cartolina folcloristica, così allettante in un soggetto come quello che tratta.

Rivendicazione di un cinema sociale – che rimanda a Carlos Saura e al suo In fretta, in fretta – che in Spagna si fa sempre meno e con sempre minor onestà, Echevarría rompe uno degli ultimi tabù rimasti in questo paese affrontando il tema del lesbismo nella comunità gitana, una cultura – con una fede religiosa di ferro – che non accetta, in nessun caso, l'omosessualità, e tanto meno nelle donne (considerata come una malattia o qualcosa di simile a una possessione demoniaca), perché secondo i loro costumi la donna deve sposarsi giovane, avere figli e servire l'uomo fino alla morte. Il machismo elevato alla sua massima espressione.

Così, la regista, avvalendosi di un cast di attori non professionisti e poco esperti – dove si distinguono, nei ruoli dei genitori di una delle ragazze, Moreno Borja e Rafaela León, ma soprattutto la giovanissima Zaira Romero, 16 anni, nel ruolo di Lola, la prima di loro a fare un passo avanti verso un cambiamento radicale nella propria vita – concentra con questo suo primo film l'attenzione mediatica su un problema nascosto che occorre portare alla luce, per garantire che queste donne possano vivere pienamente la loro vita amorosa e riuscire, finalmente, a essere felici senza nascondersi o fuggire. Echevarría mette molta comprensione, sensibilità e coraggio in un film fresco, vibrante, libero, eccitante e, nonostante gli aspetti terribili che racconta, speranzoso, necessario e bello: tanto quanto le due ragazze protagoniste che sprigionano la purezza, l’ingenuità e l’intensità del primo amore, indipendentemente dalla loro scelta sessuale.

Carmen y Lola è una produzione di TVTEC Servicios Audiovisuales, delle sue vendite internazionali si occupa Latido Films e lo distribuirà alla fine dell’estate Super 8 Distribución.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy