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SHEFFIELD DOC FEST 2018

Recensione: Female Human Animal

di 

- Il documentario ibrido di Josh Appignanesi è il ritratto sorprendente di due donne, l’artista Leonora Carrington e la scrittrice Chloe Aridjis

Recensione: Female Human Animal

"Stai cercando di intellettualizzare qualcosa, disperatamente, e stai sprecando il tuo tempo", dice l'artista Leonora Carrington a sua cugina, la giornalista Joanna Moorhead, in un'intervista prima della sua morte nel 2011. Il filmato di questa intervista e di altre con Carrington sono incluse diegeticamente nello straordinario documentario ibrido di Josh Appignanesi, Female Human Animal [+leggi anche:
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, in proiezione allo Sheffield Doc/Fest 2018, che fonde surrealismo e realtà, psicologia e dramma, realtà e finzione, per raccontare la storia dell'artista attraverso gli occhi della scrittrice Chloe Aridjis, guest curator della mostra di Leonora Carrington alla Tate Liverpool, inaugurata nel marzo 2015.

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In termini di dettagli biografici sull'artista surrealista, Appignanesi ci offre l’essenziale. Durante una conferenza al London Review Bookshop, Aridjis informa il suo pubblico che Carrington era un’artista di origini britanniche trasferitasi in Messico e membro chiave del movimento surrealista. Aveva due gatti siamesi. Più tardi, scopriamo che Carrington era l'amante di Max Ernst (una relazione che si concluse quando il tedesco fu arrestato in Francia come "straniero indesiderato", in seguito allo scoppio della Seconda guerra mondiale). Oltre agli scorci di Carrington su uno schermo televisivo che rilascia interviste, è mostrando i suoi dipinti che Appignanesi ci sfida a cogliere qualcosa sull'artista che una volta descrisse se stessa come un "animale umano femminile" e che sosteneva che il suo alter ego era un cavallo bianco.

Rifuggendo le tecniche documentarie osservative, le teste parlanti e le voci fuori campo, Appignanesi sceglie invece di concentrarsi su Aridjis. Come nei film di finzione, non è a conoscenza della presenza della videocamera che la segue. Le scene sono chiaramente costruite, il che solleva la questione se questo sia davvero un documentario. Ma il lato positivo di questa tecnica è che Appignanesi è in grado di mostrarci una finestra sul dialogo interno di Aridjis. La vediamo chiacchierare con gli amici, parlare del fatto di essere single e andare a un appuntamento, ma la vediamo anche pensosa, e poi intravediamo le apparizioni della sua immaginazione e dei suoi sogni. Diventa chiaro che lei è uno specchio dell'artista che sta curando. Appignanesi ha scritto la sceneggiatura dopo aver intervistato Aridjis e mescolato queste parole con storie della vita di Carrington. Ci sono costanti paralleli tra le due donne – anche l'uomo (Marc Hosemann) con cui Aridjis esce per un appuntamento ha una notevole somiglianza con Max Ernst. È un passo avanti importante e sorprendente per Appignanesi, i cui film precedenti includevano Song of Songs [+leggi anche:
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, a tema ebraico.

Girato con una rara macchina da presa degli anni '80, con una nostalgica risposta cromatica, il film ha un'estetica da found-footage. Quando l'azione si allontana dall'osservazione e si inoltra nei sogni, paure e desideri di Aridjis, gli elementi surreali ricordano David Lynch, mentre la trama del thriller che si sviluppa potrebbe essere stata strappata da una sceneggiatura di Paul Schrader. Il modo in cui il padre di Aridjis è ripreso al telefono ricorda un cattivo di James Bond. È un film sorprendente ed elegiaco con la colonna sonora martellante di Andy Cooke che agisce suscitando interesse sia verso Carrington che Aridjis, dal momento che non intellettualizza le loro vite, ma crea uno psico-docudrama fantasy. Surrealismo documentario, se preferite.

Female Human Animal è una produzione di Jacqui Davies per Minotaur Film Ltd, che ha ricevuto il sostegno dell’Arts Council England.

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(Tradotto dall'inglese)

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