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BRIFF 2018

Recensione: Witz

di 

- Martine Doyen accompagna i suoi due eroi, incarnati tra risate e lacrime, in questa commedia paradossale sulla perdita dell'umorismo

Recensione: Witz
Sam Louwyck et Sandrine Blancke dans Witz

Con il suo secondo lungometraggio Witz [+leggi anche:
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, selezionato in Competizione nazionale al Brussels International Film Festival, la regista belga Martine Doyen imbarca Sandrine Blancke e Sam Louwyck in un viaggio molto particolare, alla ricerca del loro senso dell’umorismo perduto.

Dopo aver realizzato una serie di cortometraggi apprezzati nei festival, Martine Doyen è stata selezionata nel 2006 alla Semaine de la Critique con il suo primo lungometraggio, Komma [+leggi anche:
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, che metteva in scena il cantante e attore Arno nel ruolo di un uomo che un giorno si sveglia disteso in un obitorio, senza sapere come ci sia arrivato. Ha diretto successivamente un trio di film sperimentali, l’ultimo dei quali, Hamsters [+leggi anche:
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, è uscito l’anno scorso in Belgio, prima di consegnare questo secondo lungometraggio, presentato ieri al BRIFF.

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Witz racconta l'angoscia di Stella, un'attrice a corto di ruoli, che a seguito di una commozione cerebrale, perde ogni capacità di regolare il suo stato d’animo, e soprattutto ciò che rappresenta la sua umanità e la sua personalità, il suo senso dell'umorismo. Afflitta, si trova di fronte a una squadra di medici che le consigliano di rivolgersi a un paziente che soffre dei suoi stessi sintomi. Quando trova Frank (letteralmente) sull'orlo del precipizio, accade l'impossibile: riesce a farlo ridere. Frank, grato, decide quindi di accompagnare Stella nella riconquista delle sue emozioni, che li condurrà in un improbabile road movie nel cuore della foresta, dove saranno accolti dai seguaci di una disciplina un po’ particolare: lo yoga della risata.

Con Witz, Martine Doyen racconta l'inevitabile incontro di due anime perdute che hanno l'uno nell'altra la loro unica opzione. Si salveranno, simbolicamente e letteralmente, andando alla ricerca di ciò che costituisce la loro personalità più intima: l'umorismo. La regista posa uno sguardo eccentrico su una società che provoca ansia, in cui le emozioni sono un Everest da riconquistare. Stella non ride più, ma neanche piange. Più che amare o ridere, deve imparare a provare, a sentire di nuovo.

Nel ruolo di Stella, ritroviamo Sandrine Blancke, la piccola Alice di Toto le héros, un bel ruolo protagonista per questa attrice discreta ma impegnata, vista di recente in Soeur Sourire [+leggi anche:
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e anche in diversi cortometraggi come Sparte, Les Petites Mains e Le Scénariste. Accanto a lei figura Sam Louwyck (visto di recente in Baden Baden [+leggi anche:
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, Le Fidèle [+leggi anche:
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), che presta il suo fisico scolpito e un po’ lunare a Frank. Nel ruolo dei guru della risata, gli incredibili attori e cineasti Dominique Abel e Fiona Gordon (Parigi a piedi nudi [+leggi anche:
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), perfetti in questo ruolo su misura.

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