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LOCARNO 2018 Concorso

Recensione: Alice T.

di 

- LOCARNO 2018: Il sesto film del rumeno Radu Muntean, in concorso a Locarno, porta in scena in modo convincente il tormento giovanile

Recensione: Alice T.
Andra Guţi e Marc Titieni in Alice T.

Il sesto film del regista rumeno Radu Muntean, e il quinto scritto con i suoi abituali co-autori, Răzvan Rădulescu e Alexandru BaciuAlice T. [+leggi anche:
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, è un ritratto coinvolgente di un’adolescente e una delle rarissime esplorazioni, nell’ambito del cinema rumeno, di questa particolare età della vita. Grazie alle eccellenti performance della debuttante Andra Guţi e della già nota Mihaela Sîrbu, il film sembra avere tutte le carte per impressionare la giuria del 71 Festival internazionale di Locarno (1-11 agosto), dove è stato presentato al Concorso internazionale.

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Guţi ha il ruolo del personaggio che dà il titolo al film, la ribella Alice, un’adolescente che ha un rapporto teso e instabile con la sua madre adottiva, Bogdana (Sîrbu). Ma i problemi scolastici di Alice e i suoi impulsi aggressivi perdono ogni importanza quando la ragazza fa esplodere una vera e propria notizia bomba: è incinta, e determinata a tenere il bambino. La rivelazione mette Bogdana in difficoltà, non solo perché è sicura che Alice non sarà capace di affrontare l’arduo compito della maternità, ma anche perché lei stessa non è mai stata in grado di avere un bambino.

Alice T. potrebbe avere una certa risonanza in Romania, dove il pubblico spesso si lamenta del fatto che il cinema nazionale non tratta storie che riguardano da vicino i frequentatori delle sale. Combinando dramma familiare e romanzo di formazione, Alice T. tocca da vicino le questioni familiari, con un focus su un genere e un’età che molto raramente vengono messi in luce. Al di là del promettente film d’esordio di Nicolae Constantin TănaseThe World Is Mine [+leggi anche:
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, nessun film ha mai affrontato le sfide della vita di una giovane donna in modo così diretto come fa Muntean in Alice T. Basti pensare che i film rumeni che trattano di infanzia e adolescenza sono così rari che nel 2018 il National Film Center rumeno ha deciso di istituire una sezione dedicata al genere, all’interno del bando di finanziamento di progetti cinematografici. 

Guţi entra splendidamente e profondamente nella parte, aiutando lo spettatore a capire quanto difficile può essere non avere direzioni o punti di riferimento. La storia esplora con attenzione le reazioni di una giovane ad un mondo di cui non conosce le regole, o lei cui regole cambiano continuamente. La sua vita è come una discesa su un terreno accidentato: basta un movimento sbagliato della ruota per far deragliare la macchina, con conseguenze drastiche. A volte lo scarto della ruota è accidentale, ma altre è volontario, un grido di ribellione che erompe da un’anima ingabbiata. “Posso fare quello che voglio: è la mia vita”, sembra affermare la ragazza. 

Ad alcuni spettatori Alice può sembrare un personaggio negativo, una creatura irrimediabilmente distruttiva. Ma ad un occhio più comprensivo appare come un persuasivo ritratto di un essere imperfetto, alla ricerca di una strada in un’epoca della vita in cui tutto è al tempo stesso volatile e definitivo. Muntean costruisce sapientemente il ruolo di Bogdana come specchio ad Alice e alle sue azioni, indagando le difficoltà che emergono dal loro gap generazionale, e il mix esplosivo di amore, frustrazione, sospetto e delusione che può fare da ostacolo alla comunicazione tra madre e figlia. Il loro tango continuamente in tensione potrebbe essere la più bella relazione apparsa sugli schermi, tra i film rumeni di quest’anno.

Alice T. è stato prodotto da Multi Media Est (Romania), e co-prodotto da Les Films de l'Après-Midi (Francia), Film i Väst e Chimney (Svezia). Il film è stato diffuso all’estero da Films BoutiqueBac Films si occuperà della distribuzione in Francia, mentre a Voodoo Films spetta la distribuzione nazionale, con l’uscita nelle sale prevista a novembre.

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(Tradotto dall'inglese)

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