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VENEZIA 2018 Concorso

Recensione: I fratelli Sisters

di 

- VENEZIA 2018: Jacques Audiard prosegue la sua esplorazione della violenza e dei sentimenti con un efficace western crepuscolare ambientato nell’America del 1851

Recensione: I fratelli Sisters
Joaquin Phoenix e John C. Reilly in I fratelli Sisters

Siamo all’epoca della corsa all'oro, e nella notte buia, in mezzo al nulla, due uomini regolano freddamente i loro conti con degli altri. Le pallottole fischiano, i corpi cadono, un cavallo fugge con la criniera infuocata, mentre i due assassini si interrogano con disinvoltura sul numero esatto delle vittime. Così piantato nel cuore dell'Oregon nel 1851, lo scenario del nuovo film di Jacques Audiard, I fratelli Sisters [+leggi anche:
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, presentato in concorso alla 75a Mostra di Venezia, sembra non nascondere le ambizioni del regista, e all’inizio i cliché del western sembrano inevitabili. Ma il regista francese (Palma d'Oro a Cannes nel 2015 con Dheepan [+leggi anche:
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) ha più di una freccia al suo arco ed è riuscito a trovare un angolo leggermente insolito per immergersi nelle sregolatezze del West americano.

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Avanzando a tambur battente su una formula che combina spettacolo classico (ritmo, inseguimenti, paesaggi, colpi di scena, sparatorie, ecc.) ed esplorazione della psiche americana (la violenza originale, la fratellanza, gli ideali confrontati con la corruzione del potere e del denaro), I fratelli Sisters deve molto al crepuscolare romanzo eponimo di Patrick de Witt, di cui Audiard aveva già adattato Un sapore di ruggine e ossa [+leggi anche:
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intervista: Jacques Audiard
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e di cui si è appropriato piuttosto fedelmente (edulcorandone leggermente la follia) con il suo co-sceneggiatore Thomas Bidegain, per offrire un gran bel film d'avventura il cui umorismo macabro si tinge di spunti di riflessione allusivi, scorciatoie nella nebbia e le montagne di un viaggio iniziatico tra karma sanguinario passato e futuro utopico.

Il lato oscuro di queste due direzioni è incarnato dai fratelli Sisters, Charlie (Joaquin Phoenix) ed Elia (John C. Reilly), figli di un padre pazzo da legare, diventati sin da giovani dei folli assassini e oggi al servizio del Comodoro (Rutger Hauer). La loro nuova missione: raggiungere il detective John Morris (Jack Gyllenhaal) che deve a sua volta ritrovare Hermann Kermit Warn (Riz Ahmed), inventore in possesso di un processo chimico segreto che attrae le concupiscenze di tutti poiché permette di visualizzare l'oro sul greto dei fiumi. Disseminato di cadaveri, di episodi grotteschi (ragni velenosi e terribili reazioni allergiche, cavallo ferito in progressiva putrefazione, ecc.) e di discussioni costanti e animate tra i due fratelli Sisters che non vedono il futuro allo stesso modo, il film cavalca a briglia sciolta da Myrtle Creek fino a San Francisco, passando per Jacksonville, mentre Morris, smascherato, si è alleato con l'utopico Hermann (ammiratore di Thoreau e che vuole usare l'oro per fondare una comunità ideale). E quando i quattro uomini finalmente si rincontrano, nasce un'associazione stupefacente...

Realizzando il suo primo film con un cast di star anglosassoni all’altezza della loro reputazione, il veterano Jacques Audiard svolge in modo impeccabile il suo lavoro, offrendo un’opera energica, divertente e messa in scena con grande maestria, senza rinnegare la sua attrazione per le atmosfere che mischiano oscurità e redenzione, ma adattandola a un target di pubblico più vasto. Alcuni rimpiangeranno probabilmente questo relativo ammorbidimento e la leggera mancanza di profondità dei personaggi di Morris e Hermann (una conseguenza del ritmo piuttosto trepidante del film), ma I fratelli Sisters si impone complessivamente come un'abile rilettura del genere western e un lungometraggio di ottima fattura.

Prodotto dai francesi di Why Not e di Page 114, i rumeni di Mobra Film, gli spagnoli di Atresmedia Cine e gli americani di Annapurna, I fratelli Sisters è venduto nel mondo dagli americani di IMR International.

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(Tradotto dal francese)

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