14/10/2003 - La prima edizione dei riconoscimenti al cinema del Lussemburgo ha portato sul podio Geneviève Mersch e il suo film J'ai toujours voulu être une sainte. Parla con lei miglior film europeo

Per la prima volta, la giuria del Lëtzeburger Filmpräis ha attribuito il Premio per il Miglior Film Lussemburghese, alla presenza del Primo ministro Jacques Santer, del Commissario europeo Viviane Reding e del regista belga Frédéric Fonteyne. Si tratta di una iniziativa delle delle autorità pubbliche e delle organizzazioni professionali del cinema lussemburghese, con il patrocinio di François Biltgen, Ministro delegato alle Comunicazioni e di Erna Hennicot-Schoepges, Ministro della Cultura.

Presieduta dall'attrice Josiane Peiffer, la giuria era composta anche da Théo Péporte, Tom Hensgen, Claude Neu, Michel Cieutat, Marc Scheffen e Romain Roll. Il premio per il miglior film lussemburghese 2003 è stato attribuito a J'ai toujours voulu être une sainte di Geneviève Mersch (Samsa Film) e al documentario L'homme au cigare di Andy Bausch (Rattlesnake Pictures). Nella categoria miglior coproduzione lussemburghese, il dramma Une part du ciel della regista belga Bénédicte Liénard (Tarantula) è stato scelto tra i 14 film in competizione. Il premio per il miglior cortometraggio è andato a If not why not, film d'animazione di Daniel Wiroth, che ha ricevuto anche il premio come giovane promessa. Con il premio per il miglior contributo tecnico la giuria ha riconosciuto anche il lavoro di montaggio di Thierry Faber per il documentario D'Lëtzebuerger am Tour de France, mentre all'attore Thierry van Werveke è andato il premio per la sua interpretazione in i>Le club des chômeurs (Iris Production). Premio d'onore postumo al regista di documentari, Charles "Gordian" Troeller, scomparso in marzo scorso. Miglior film europeo è stato decretato Parla con Lei di Pedro Almodovar.

(Tradotto dal francese)