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BERLINALE 2023 Panorama

Recensione: The Siren

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- BERLINALE 2023: La regista iraniana Sepideh Farsi elabora un avvincente racconto pacifista ripercorrendo gli attacchi del 1980 da parte delle forze irachene alla città iraniana di Abadan

Recensione: The Siren

L'attuale lotta delle donne iraniane potrebbe trovarsi al centro della scena alla 73ma Berlinale, invece il film di apertura di Panorama, The Siren [+leggi anche:
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, getta uno sguardo leggermente più indietro nella storia. La regista di origine iraniana Sepideh Farsi racconta l'assedio e il bombardamento della città iraniana e dei giacimenti petroliferi di Abadan da parte delle forze irachene nel 1980. Il film non solo racconta la caduta della città, ma si concentra anche sui suoi abitanti, che sono spesso trascurati nei resoconti dei fatti: le donne, i cristiani e gli stranieri, per esempio.

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L'attacco, rappresentato interamente in animazione 2D, si svolge mentre il quattordicenne Omid gioca a calcio con i suoi amici. Al momento di parare un rigore, i suoi occhi vagano verso il cielo, seguendo una raffica di missili lanciati contro la raffineria di petrolio. L'esplosione che segue è sufficiente a far disperdere il gruppo. Farsi fa del campo di calcio un punto di riferimento ricorrente, che funge da punto di ancoraggio per lo spettatore man mano che la storia procede. Più la città si trasforma in una zona di guerra – e man mano che la speranza cala insieme al numero dei suoi cittadini – più il campo andrà in pezzi, devastato dagli attacchi aerei.

Mentre Omid è troppo giovane per unirsi alla lotta, suo fratello Abed va al fronte. Sua madre e i suoi fratelli minori lasciano la città, e rimangono solo Omid e suo nonno, Saleh. "Vai al rifugio se senti la sirena rossa", è l'ultima supplica di sua mamma. Ma con gli attacchi che si intensificano ogni giorno, c'è poco tempo o possibilità per trovare un posto sicuro. E poiché tutti se ne sono andati, Omid dovrà provvedere a se stesso e a suo nonno. Tra l'addestramento di Shir Khân, il suo gallo combattente, e i lavori sulla bici del suo defunto padre, accetta un impiego come addetto alle consegne di cibo, dopo che il suo amico Farshid ha perso una gamba in un attacco. "Hai rovinato il mio martirio", è l'unica risposta che ottiene Omid dopo che lui e una giovane ragazza di nome Pari lo hanno salvato dalle macerie.

Farsi guida attentamente Omid attraverso confronti traumatici ma che forgiano il carattere. Dopo un breve periodo al fronte per trovare suo fratello, Omid si concentra meno sulle gesta eroiche e più sulla sopravvivenza. Durante la consegna del cibo, incontra un variopinto gruppo di personaggi: un vecchio meccanico, due preti armeni, un fotografo greco e un ex capitano di una nave.

Il film si concentra su un'ex cantante di nome Elaheh e sua figlia Pari, mostrando l'effetto che la rivoluzione iraniana ha avuto sulla sua gente solo un anno prima. Omid escogita un piano per salvare i suoi amici fuggendo dalla città sulla barca di suo padre nel Golfo, e riesce a farsi aiutare da diversi uomini fornendo loro in cambio alcol proibito o mettendo in salvo manufatti religiosi. Per Elaheh, invece, non c’è niente che il suo paese possa offrirle ancora. Una volta era una star, ora le è proibito lavorare e trascorre tutto il suo tempo in casa, circondata dai cimeli. Eppure il legame con questo luogo, i suoi ricordi e le sue radici non si conciliano con l’idea di una fuga.

The Siren descrive questi sentimenti complessi (disperazione, identità, attaccamento al passato) attraverso la lente dell'empatia. Non esiste un modo giusto o sbagliato di raccontare l'Iran, Abadan e persino gli iracheni. Farsi dà spazio anche a questi ultimi ed esplora il loro punto di vista morale sull'attacco ai civili.

The Siren è una coproduzione franco-tedesco-lussemburghese-belga guidata da Les Films d'Ici, TrickStudio Lutterbeck, Special Touch Studios, Rêves d'Eau Productions, Amopix, Les Fées Spéciales, Lunanime, Katuh Studio e Bac Cinema. Il film è venduto nel mondo da Wild Bunch International.

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(Tradotto dall'inglese)

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