22/08/2023 - Yolande Moreau torna con il suo terzo lungometraggio da regista, una storia d'amore e di amicizia venata di nostalgia

Estéban, William Sheller, Yolande Moreau e Grégory Gadebois in La fiancée du poète

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intervista: Yolande Moreau
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intervista: Yolande Moreau
scheda film], una malinconica riflessione sull'amore per l'arte e l'arte dell'amore, presentata in anteprima mondiale e in concorso al Festival del film francofono di Angoulême.

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Mireille torna a casa. Un po' smarrita, un po' confusa, si stabilisce nella sua casa d'infanzia in riva al mare, dove i muri si sgretolano e i ricordi riaffiorano. Mireille sta curando una pena d’amore vecchia di quarant'anni. "Gli avevo dato la mia anima e lui l'ha trasformata in un campo di macerie". All’inizio, Mireille è sola. Vive di un modesto lavoro alla caffetteria del museo di Charleville, guadagna qualche soldo in più rivendendo sigarette e risparmia rubando carta igienica. Il ricongiungimento con la sorella è turbolento e le sue scelte di vita sono messe in discussione. Il destino della casa di famiglia è in bilico. I tempi sono duri e prendersi cura della casa è costoso. Così Mireille ha un'idea: accoglierà dei coinquilini, tre uomini, altre tre persone sole che vengono ad alleviare la sua stessa solitudine.

Con il suo cowboy, il suo giardiniere e il suo pittore, Mireille si ricrea qualcosa di simile a una famiglia, o meglio un'interpretazione un po' sovversiva dell'idea di famiglia, in cui le persone assumono determinati ruoli finché le maschere non cadono. Ognuno ha i suoi segreti, le sue ferite, e questa piccola banda di bugiardi si scalda a vicenda. Queste tre amicizie affettuose apriranno la strada a un ritorno inaspettato, quello del primo amore di Mireille, che le ha lasciato il cuore a pezzi e le ha fatto passare un periodo in prigione.

Questa famiglia d’elezione è anche una famiglia cinematografica. Si percepisce il piacere di Yolande Moreau nel ricreare un gruppo per la durata di un film. Il suo piccolo harem maschile comprende Grégory Gadebois, Estéban, Sergi Lopez e Thomas Guy, tutte personalità singolari che si fondono con naturalezza nel mondo della cineasta belga, che ritrova anche François Morel, suo vecchio partner nella serie tv Deschiens, in una scena delicata e intima, cullata dai sogni della Wallace Collection.

Yolande Moreau torna qui al suo tono poetico che sfiora il burlesco, marchio di fabbrica dei suoi primi film. C'è qualcosa di un po' artigianale, come il giradischi che Mireille trova nella casa di famiglia, che gira un po' al rallentatore. È una poesia che si concede il diritto di prendersi il suo tempo, anche di appartenere a un'altra epoca, e che difende l'uso della menzogna per sognare e per trarre conforto dalle nostre spietate verità. Alcuni potrebbero trovarlo troppo lento, non entrare in sintonia con il fascino sbiadito e innocente della regista, o faticare a lasciarsi andare alla storia. Il film si concede alcuni esercizi di stile (film muto, sezioni cantate, persino un rituale di corteggiamento), presenta molti artisti sinceri o finti, e inneggia al potere dei suoni, delle parole e dei colori, prima di concludersi con una malinconica canzone d'amore.

Prodotto da Artemis Production (Belgio) e Christmas in July (Francia), il film uscirà l’11 ottobre prossimo in Francia (distribuito da Le Pacte) e l’8 novembre in Belgio (distribuito da O’Brother Distribution). Le vendite internazionali sono guidate da Indie Sales.

(Tradotto dal francese)