13/10/2023 - Col suo consueto stile minimale e diretto, Frederick Wiseman ci porta in viaggio all’interno di uno dei ristoranti stellati più importanti del mondo

Negli ultimi quarant’anni Frederick Wiseman ha costruito con la sua cinematografia un edificio in cui specchiano la società moderna e le varie istituzioni pubbliche e private che la compongono, spesso negli Stati Uniti, a volte, come in questo caso, in Europa. Spesso associato a Erving Goffman per il suo modo di osservare con pazienza i comportamenti umani, anche se l’incontro col padre della sociologia moderna fu accidentale e molto breve, Wiseman in tutti questi anni ha portato la macchina da presa tra i pazienti degli ospedali, i visitatori dei musei, gli studenti delle scuole.

Nella sua ultima fatica dalla consueta lunga durata Menus-Plaisirs - Les Troisgros [+leggi anche:
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scheda film], proiettata al BFI Film Festival di Londra dopo essere passata Fuori Concorso a Venezia, il grande documentarista americano stavolta presta visita a La Maison Troisgros, un ristorante che detiene le tre stelle Michelin dal 1968 e che si trova nei pressi di Roanne, nel centro della Francia. E con la solita pazienza ne descrive gli ambienti, i protagonisti e i piatti che vi vengono serviti. Fondato nel 1930 e gestito da generazioni dalla Famiglia Troisgros, La Maison Troisgros diventa istituzione sotto la direzione di Jean e Pierre, tra gli inventori della Nouvelle Cuisine col loro piatto forte, il salmone all’acetosella. I protagonisti di Menus-Plaisirs sono il figlio di Pierre, Michel, e i suoi due figli César et Léo, chefs legati alla tradizione del piacere estetico oltre a quello del gusto e dalle varie influenze orientali, in particolare quella giapponese.

Anche per Menus-Plaisirs Wiseman mantiene lo stile che lo ha sempre contraddistinto, rifuggendo il didascalismo della voce narrante, e lasciando alla macchina da presa il tempo e lo spazio di registrare non solo ciò che avviene in cucina o in sala, ma come il cibo vi arrivi e come lo si produca. Menus-Plaisirs infatti alterna lunghi piani sequenza composti dai dialoghi fra i commensali a piani della durata più breve, ad esempio di fiori e piante, per creare delle sequenze quasi da cinema astratto, perché la realtà quotidiana secondo Wiseman prende forme inconsuete, a seconda della distanza dalla quale la si osserva. Nel film, come spesso nelle opere di Wiseman, c'è un certo desiderio di psicogeografia, un voler arrivare al cuore delle cose partendo dagli estremi, divagando. Si visita la provincia per parlare coi produttori di vino, i pastori, gli apicoltori, si ascoltano interessanti spiegazioni sulla fabbricazione del formaggio di capra e la coltura delle vigne. Si parte dal mercato per arrivare alla cena finale come si parte dalla scrittura per arrivare al film sullo schermo. Una metafora, questa che abbina il ristorante e il cinema, che viene discussa durante una “colazione del bimbo” in cui non si può che ammirare l’ingegno di Wiseman nell'evocare le origini del cinema e i leggendari Lumière che contribuirono a inventarlo non molto lontano da dove si trova la Maison Troigros. Frederick Wiseman guarda alle origini delle cose per soddisfare la sua curiosità (questa sì, davvero insaziabile) e il suo sguardo indagatore si posa dappertutto, lontano dai giudizi, aperto al confronto. E se qualcuno volesse obiettare sulle quattro ore di durata del film, non ha che da preferire alla Maison Troisgros un banale fast-food.

Menus-Plaisirs - Les Troisgros è prodotto da 3 Star e da Zipporah Films, le società statunitense e francese rispettivamente di Wiseman. La francese The Party Film Sales ne cura le vendite internazionale.