email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2024 Concorso

Recensione: Another End

di 

- BERLINALE 2024: Nel suo secondo lungometraggio, Piero Messina esplora una vasta gamma di tropi fantascientifici vecchi e nuovi, creando una storia toccante e imperfetta sulla perdita

Recensione: Another End
Gael García Bernal in Another End

Di cosa è fatta la nostra identità? In che modo la memoria contribuisce alla nostra identità? Che ruolo giocano la memoria e l'identità quando ci troviamo ad affrontare la perdita di una persona cara? Queste sono le domande cruciali affrontate dal secondo lungometraggio di Piero Messina, Another End [+leggi anche:
trailer
intervista: Piero Messina
scheda film
]
in corsa per l’Orso d’Oro alla Berlinale (l’opera prima L’attesa [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Piero Messina
scheda film
]
era in concorso a Venezia 2015).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ambientato in un futuro piuttosto cupo ma non troppo lontano, questo dramma distopico si concentra su Sal (Gael García Bernal), un uomo che ha perso l'amore della sua vita, Zoe. Non riuscendo ad affrontare la perdita, Sal scava nei suoi ricordi e in quelli dell'amante defunta. Si occupa di lui la sorella Ebe (Bérénice Bejo), che osserva con preoccupazione la sua spirale discendente di autodistruzione. Ebe convince Sal a superare la sua battaglia provando la nuova tecnologia che dà il titolo al film, in grado di riportare brevemente in vita la coscienza di una persona morta. In questo modo, Sal incontra nuovamente Zoe, la cui anima, il cui cervello e i cui ricordi sono di nuovo vivi, sebbene nel corpo di un'altra persona che funge da "ospite" (l'astro nascente Renate Reinsve). Il programma è però destinato a funzionare solo per un periodo di tempo limitato e il suo obiettivo primario sembra essere quello di aiutare a dire finalmente addio alle persone più care.

La prima parte del film riesce a introdurre i personaggi e i concetti di base della vicenda in modo semplice ma non troppo scontato. I dialoghi sono asciutti e c'è abbastanza carne al fuoco per tenere desta l’attenzione del pubblico: sappiamo che Sal ed Ebe stanno giocando con il fuoco e ci aspettiamo che il caos prima o poi si scateni. La seconda parte prende una direzione più melodrammatica, a volte forse un po' esagerata e un po' sdolcinata, ma porta comunque a una chiusura soddisfacente dell'arco narrativo.

Dal punto di vista estetico il film è elegante: la fotografia, curata da Fabrizio La Palombara, fa un uso attento dei toni del blu, del nero e del grigio, creando un'atmosfera assai deprimente e fredda che rende gli ambienti interni ed esterni piuttosto anonimi e senza vita. Anche la colonna sonora, curata da Bruno Falanga, è azzeccata, con temi accattivanti che ricordano vagamente brani strumentali da film noir e il brano Goldfish di Michael Andrews. Per quanto riguarda il montaggio, una delle caratteristiche più intriganti di Paola Freddi è il taglio brusco di alcuni climax emotivi, che impedisce ad alcune scene di apparire troppo zuccherose e ci riporta immediatamente alla triste realtà dell'esistenza di Sal.

Nel complesso il racconto di Messina è un viaggio altamente emotivo, anche se basato su una vasta gamma di vecchi e nuovi topoi della fantascienza letteraria e cinematografica. Ci sono dozzine di riferimenti e allusioni cristallini - e alcuni più oscuri - che rendono quest'opera non particolarmente originale e ci lasciano una forte sensazione di déjà vu. Tra i film e le serie che possono venire in mente ci sono Her di Spike Jonze, Il sesto senso di M Night Shyamalan e due episodi di Black Mirror, Ricordi pericolosi e Torna da me.

Detto questo, le eccellenti interpretazioni dei tre attori principali (e quella di García Bernal in particolare, che fa di Sal un personaggio con cui è molto facile relazionarsi) e l'accattivante stile visivo potrebbero renderlo un buon successo di pubblico. Inoltre il film include alcune scene chiave ambientate nella vita di tutti i giorni - ad esempio, la visione di un film insieme a casa - in grado di toccare le corde del cuore degli spettatori.

Another End è prodotto dall'italiana Indigo Film con Rai Cinema. Newen Connect ssi occupa delle vendite internazionali.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)


Photogallery 18/02/2024: Berlinale 2024 - Another End

17 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

© 2024 Dario Caruso for Cineuropa - dario-caruso.fr, @studio.photo.dar, Dario Caruso

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy