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FIFDH GINEVRA 2024

Recensione: The Walk

di 

- Con il suo secondo potente lungometraggio, Tamara Kotevska ci fa entrare nell’universo al contempo tragico e fantastico di una bambina che lotta per trovare il suo posto nel mondo

Recensione: The Walk

Presentato in prima europea al FIFDH di Ginevra e precedentemente selezionato al DOC NYC, The Walk, della documentarista macedone Tamara Kotevska, ci catapulta con poetica violenza nel quotidiano di una bambina che a causa della guerra ha perso tutto: la sua famiglia, la sua casa e la sua identità. Dopo il successo del suo primo lungometraggio Honeyland [+leggi anche:
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(diretto in binomio con Ljubomir Stefanov), nominato agli Oscar nella categoria miglior film internazionale e miglior film documentario, che parla della necessità di proteggere la natura e le risorse naturali, Kotevska si concentra, con The Walk, su un’altra urgenze, quella legata alla crisi globale dei migranti. Con l’eleganza e l’intensità che caratterizzano il suo cinema, la regista macedone ci parla di quanti e quante una casa non l’hanno ormai più e della difficoltà di vivere un quotidiano nel quale i ricordi di una vita precedente sembrano pian piano svanire.

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The Walk parla di una giovane rifugiata siriana, Asil, che è stata costretta ad abbandonare il suo paese a causa della guerra. La sua storia, raccontata dal punto di vista di una bambina, è rappresentativa della triste e crudele realtà di milioni di giovani migranti. A sostenerne la sua causa, ci pensa la marionetta gigante Amal, che, animata da tre marionettisti e marionettiste anche loro migranti, parte dalla frontiera siriana verso la Turchia e in seguito l’Europa, gli Stati Uniti, fino al Messico. L’epopea infinita di Amal si piazza sotto la egide della compassione e della tolleranza. Attraverso i suoi occhi immensi, quelli di una bambina che non ha più nulla da perdere, scopriamo letteralmente il mondo, la sua crudeltà ma anche la sua bellezza.

Più direttamente politico rispetto a Honeyland, The Walk filtra la crudeltà del presente attraverso il prisma della creatività, della fantasia di una bambina che non ha intenzione di abbandonare i suoi /propri sogni sotto le macerie di una città che non esiste più. The Walk prende il titolo da un progetto internazionale, capitanato dal direttore artistico Amir Nizar Zuabi, nato con lo scopo di sensibilizzare e raccogliere fondi in favore dei bambini sfollati, vittime collaterali di guerre che non guardano in faccia a nessuno.

Unendo abilmente arte e lotta sociale, Kotevska parla in modo trasversale, mettendo in parallelo il viaggio di Amal con la storia reale di un’orfana di guerra, della tragedia dei migranti minorenni spesso non accompagnati. La marionetta gigante diventa allora metafora delle difficoltà affrontate al quotidiano dalla giovane protagonista, eroina di un presente che non riesce ancora a decifrare e di un passato che ha dovuto abbandonato. Sebbene la tematica affrontata sia tristemente attuale e l’implicazione politica della regista evidente, il documentario è impregnato da una catartica dose di fantasia e di leggerezza fiabesca. Mai superficiale ma comunque arricchito da elementi a tratti fantastici, The Walk amplifica la realtà fondendo quotidianità e sogno, disperazione e speranza. Emblematiche a questo proposito le immagini delle tende degli sfollati che si insinuano con disperata autodeterminazione tra le strade delle metropoli europee viste attraverso gli occhi di una bambina.

Partendo da brevi ma intense conversazioni con Asil e altri bambini e bambine sfollati, la regista racconta, attraverso una voce fuori campo, il dolore e le paure che nel loro immaginario non hanno ancora un volto. Gli incubi ad occhi aperti di queste giovani vittime si insinuano nel loro presente materializzandosi sullo schermo attraverso immagini d’archivio di città rase al suolo dalle bombe. Evitando di scadere nel pathos, ma al contrario sublimando la violenza attraverso immagini esteticamente poetiche di uccelli in volo o ancora di bambini addormentati in uno stanzone riempito da cuscini colorati, Kotevska mostra l’indicibile con grande empatia e una sana dose di coraggio.

The Walk è prodotto da Grain Media e coprodotto da Cinegryphon Entertainment (Stati Uniti) e MBK Productions. Le vendite all’internazionale sono affidate a Together Films.

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