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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Eravamo bambini

di 

- Marco Martani dirige con disinvoltura il suo terzo lungometraggio, che combina thriller di vendetta e film di formazione, tratto da un monologo teatrale di Massimiliano Bruno

Recensione: Eravamo bambini
Francesco Russo e Alessio Lapice in Eravamo bambini

Cinque giovani antieroi in cerca di vendetta, vent’anni dopo un tragico evento che ha segnato le loro vite, quando erano poco più che bambini. Ma il passato torna sempre e, prima o poi, tocca farci i conti. È un riuscito mix di revenge thriller e film di formazione il nuovo film di Marco Martani, Eravamo bambini [+leggi anche:
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, presentato lo scorso ottobre in Alice nella città (18ma Festa del cinema di Roma) e ora in uscita nelle sale italiane, il 21 marzo con Europictures. Liberamente tratto dal testo teatrale Zero di Massimiliano Bruno, che firma la sceneggiatura insieme al regista, il terzo lungometraggio di Martani (Cemento armato [+leggi anche:
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, La donna per me [+leggi anche:
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) è innanzitutto un dramma umano che intreccia tre piani temporali diversi e cinque storie di vite spezzate, quelle di un gruppo di amici che condividono un trauma lacerante, ma che da quel fatidico giorno d’estate di venti anni prima non si sono mai più visti.

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Tutto ha inizio in un piccolo paese della costa calabra, dove il cosiddetto Cacasotto (Francesco Russo), considerato un po’ lo scemo del villaggio, viene fermato dalla polizia, di notte, nei pressi della villa di un potente uomo politico locale, con un lungo coltello in mano. Trasportato in caserma, Cacasotto comincia a parlare. Subito dopo ci vengono presentati, uno per uno, gli altri protagonisti, ognuno alle prese con le proprie esistenze disfunzionali: Gianluca (Alessio Lapice) è un poliziotto che fatica a controllarsi quando si tratta di usare il manganello; Margherita (Lucrezia Guidone) fa la giornalista e si dedica al sesso occasionale più degradante; Walter (Lorenzo Richelmy) è un trapper di successo, scontroso e ruvido, anche con sua figlia piccola; Andrea (Romano Reggiani), fratello minore di Margherita, fa uso di droghe pesanti e prende botte dagli strozzini.

È una sequela di tranches de vie desolanti quella a cui si assiste all’inizio, inframezzate da immagini ben più calde e solari, che si rivelano poi appartenere a molti anni prima e riguardare proprio quegli stessi personaggi, da piccoli, quando con i loro genitori trascorrevano le vacanze al mare, in Calabria. Quando un sms compare sul cellulare di ciascuno di loro, oggi trentenni, chiamandoli a raccolta per una tanto attesa, e non meglio specificata, resa dei conti (“è arrivato il momento, chi c’è c’è”), il puzzle comincia pian piano a ricomporsi. Compare quindi un sesto membro di quella vecchia banda di amici, Peppino (Giancarlo Commare), figlio del temibile onorevole Rizzo (incarnato da Massimo Popolizio) e a sua volta segnato da una figura paterna a dir poco ingombrante.

Co-fondatore della società di produzione Wildside e autore di oltre 50 sceneggiature per il cinema (tra cui quella di La mafia uccide solo d’estate [+leggi anche:
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intervista: Pierfrancesco Diliberto
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, premio EFA 2014), Martani dirige con disinvoltura i frammenti di questo intreccio che si fa via via più decifrabile, mantenendo una buona dose di suspense fino alla fine e offrendo non pochi colpi di scena. Supportato da un cast di attori giovani ma già esperti, in piena sintonia fra loro e abili nel restituire le varie sfaccettature dei loro personaggi (non sono eroi che vanno incontro alla vendetta, ma persone traumatizzate rimaste congelate a quel giorno di vent’anni prima), il film offre una buona variazione, dolente e a tratti cruda, sul tema dell’innocenza perduta.

Eravamo bambini è una produzione Minerva Pictures e Wildside, in collaborazione con Vision Distribution e Sky.

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