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3. Rischi e promesse

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La qualità del suono e dell'immagine del DVD favorisce soprattutto le vendite di film d'azione spettacolari come Matrix, Spider Man, Il quinto elemento. Una tendenza che penalizza i film d'autore europei, a parte i grandi successi di sala come 8 donne e un mistero [+leggi anche:
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. Quindi, per una redditività più rapida, gli editori video lanciano oggi sul mercato solo 15 film francesi all'anno e il patrimonio cinematografico francese è sotto-rappresentato. Bisogna dire che il costo di produzione di un DVD è ancora elevato: 10mila euro per un master semplice contro 250 euro per un VHS, senza contare i bonus e il problema assai delicato del restauro delle copie. StudioCanal ha così speso 300mila euro per restaurare La grande illusione di Jean Renoir.
Oggi, cinque editori video lavorano nel campo dei classici del cinema francese (Gaumont, StudioCanal, Opening Distribution, Arte Vidéo et MK2 Editions) ma i loro sforzi di riedizione non sono all'altezza delle richieste dei cinefili. Per esempio, il DVD di Enfants du Paradis di Marcel Carné bisogna comprarlo negli Stati Uniti oppure in Giappone. Tuttavia, società come MK2 inventano nuove strategie per valorizzare l'opera cinematografica, tipo la nuova uscita di un classico in sala e quattro settimane dopo in DVD, come è stato fatto a ottobre 2002 con il film Il grande dittatore di Charlie Chaplin.
Il secondo rischio per il DVD, oltre alla forte inflazione dei diritti video, rimane la pirateria. Nel corso degli ultimi incontri di Perspectives de l’édition vidéo européenne (PEVE) che hanno avuto luogo ad Avignone il 27 e 28 novembre 2002, l'associazione che combatte la pirateria ha reso noto che esistono almeno otto fabbriche di falsi DVD in Russia. Ma al di là di questi problemi tecnici, la crescita lampo del DVD apre nuove possibilità di circolazione dei film europei in Europa. Lo conferma Laura de Casto di Metro Tartan Distribution: visto che in Gran Bretagna solo alcuni titoli vengono distribuiti al di fuori delle sale londinesi, i DVD possono portare in provincia i film europei e raggiungere così un pubblico nuovo. Un’opinione condivisa dal direttore generale del Centro Nazionale della Cinematografia, David Kessler, presente per la prima volta al PEVE, il quale ha sottolineato che “è lontano il tempo in cui il cinema vedeva il video come un pericolo. Il video non deve essere considerato come un mercato, ma come uno strumento in favore della diversità culturale”.

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