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CANNES 2007 Concorso / Francia

L’ombra di Demy su Les Chansons d'amour

di 

Audacia, ancora audacia, sempre audacia: per la sua prima partecipazione alla competizione ufficiale del Festival di Cannes, il regista francese Christophe Honoré ha presentato stamattina alla stampa internazionale, tanto intrigata quanto interdetta, il suo ambizioso lungometraggio musicale Les Chansons d'amour [+leggi anche:
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. Iscritto chiaramente sulla linea di Jacques Demy (Palma d’Oro nel 1964 con Les parapluies de Cherbourg), il regista e sceneggiatore trentaseienne supera brillantemente le difficoltà del genere, con le canzoni firmate da Alex Beaupain che punteggiano alla perfezione un intreccio ricco di sentimenti in tutte le forme (amore, bisessualità, famiglia, morte, dolore, rinascita).

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Interpretato con talento dal formidabile Louis Garrel (divenuto l’Antoine Doinel di Christophe Honoré) e da una sottile Ludivine Sagnier, ma anche da Clothilde Hesme e Chiara Mastroianni (ulteriore strizzata d'occhio all'universo di Demy e della sua musa Catherine Deneuve), il film rivela anche una Parigi popolare e meticciata, rappresentata con grande veracità sul filo dei numerosi spostamenti dei personaggi per le strade della capitale francese. Girato in modo molto inventivo ma senza spacconate, Les Chansons d'amour offre un'immagine particolarmente affascinante di quest'arte del mélange, con alti e bassi, il cui stampo molto borghese-bohêmien parigino (dizione un po' rohmeriana dei personaggi, riferimenti letterari a tutti i livelli, mestiere di correttore di bozze in un giornale di sinistra, gioventù di buona famiglia che abita i quartieri popolari dalla Bastiglia alla Gare de l’Est…) non mancherà d’infastidire i suoi detrattori. Tuttavia, la bella tenuta di questo film e la grande coerenza di questo progetto cinematografico molto audace suscitano rispetto, sentimento espresso all'uscita della proiezione dalla stampa internazionale.

Costruito in tre parti ("La partenza", "L’assenza", "Il ritorno"), Les Chansons d'amour segue il percorso sentimentale del bizzarro Ismaël (Louis Garrel) fidanzato da otto anni con Julie (Ludivine Sagnier). In crisi, la coppia tenta da qualche settimana un'esperienza a tre con la cerebrale Alice (Clothilde Hesme, protagonista di Les Amants réguliers [+leggi anche:
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intervista: Philippe Garrel
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di Philippe Garrel), una collega di Ismaël, quando Julie muore d'attacco cardiaco all'uscita di un concerto. "Il ne manque pas de raisons pour t’aimer", "Il pleut des cordes sur le génie", "Delta Charlie Delta, la mort qui danse": le canzoni di questo primo capitolo visitano una Parigi notturna molto Nouvelle Vague. Poi subentra la tragedia, con tutto il corollario di pesantezze familiari e vagabondaggi metafisici ("nulle trace de Dieu dans le ciel") prima che la vita riprenda il suo corso ("A quoi bon les sanglots. Pleure, je l’ai fait avant toi, celà ne sert à rien") in un nuovo corpo a corpo (menzione speciale a Grégoire Leprince- Ringuet nel ruolo del giovane innamorato omosessuale) che si trasformerà in un cuore a cuore.

Prodotto da Paolo Branco (come le altre tre opere di Honoré) per Alma Films, che si occupa anche delle vendite internazionali, Les Chansons d'amour ha beneficiato di 400 000 euro di anticipo sugli incassi del Centre National de la Cinématographie (CNC ). Bac Films ne assicurerà la distribuzione nelle sale francesi a partire dal 23 maggio 2007.

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(Tradotto dal francese)

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