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FESTIVAL Italia

Coppola e Malick per una Festa Extra-large

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Non solo film, negli Extra della Festa di Roma (18-27 ottobre): il programma della sezione (curata per il secondo anno dal critico cinematografico Mario Sesti) conferma la sua vocazione sperimentale, di territorio d’esplorazione del cinema contemporaneo e delle tendenze che lo animano. I titoli selezionati diminuiscono (soltanto 28, contro i 40 del 2006), ma aumenta la caratura degli incontri.

Attesissimo quello con Terrence Malick, il cineasta più ammirato da colleghi del calibro di Martin Scorsese. La Festa è riuscita ha scalfire l’inossidabile riservatezza dell’autore di Badlands e The Thin Red Line, che sarà a Roma nella veste insolita di cultore del cinema italiano, e al pubblico mostrerà le sequenze più amate di Sedotta e abbandonata di Pietro Germi e Il Posto di Ermanno Olmi.

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Molta curiosità anche per l’incontro con Francis Ford Coppola, in odore di happening familiare (si annuncia la presenza dei figli Roman e Sophia, e della moglie Eleanor); e per quello con Bernardo Bertolucci, che prima della fluviale proiezione di Novecento incontrerà il protagonista Gerard Depardieu.

La linea della memoria (ribadita dagli omaggi a Sophia Loren, Totò, Marco Ferreri, Riccardo Freda, e dal secondo atto della retrospettiva dedicata all’Actors Studio) s’interseca con l’attenzione per le nuove frontiere dell’immaginario cinematografico, in un dialogo tra forme espressive che non fa distinzioni di genere, formato e durata: la fiction si contamina col documentario, il digitale convive con la pellicola, il lungometraggio con il corto. E i grandi autori (Jonathan Demme, con New Home Movies From the Lower 9th Ward, sugli effetti dell’uragano Katrina; Rolf De Heer con il muto Dr. Plonk) dividono la scena con gli esordienti.

Molti i titoli europei accolti nella selezione, a cominciare dal focus sull’islandese Ragnar Bragason, presente con il dittico Children [+leggi anche:
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e Parents; dalla Norvegia arriva Natural Born Star di Even Benestad, storia vera di Fred Robsahm, attore e (soprattutto) primo marito del sex-symbol italiano Agostina Belli. Se la presenza francofona si limita al belga La position du lion couché di Mary Jimenez, prodotto dai fratelli Dardenne, e la Spagna si presenta con il solo La sombra del iceberg di Hugo Domènech e Raul Montesinos (documentario che ha più di un’analogia con Flags of our fathers di Clint Eastwood), molto folta è la delegazione italiana.

A cominciare da Guido Chiesa, che con Le pere di Adamo dimostra il curioso parallelismo tra la formazione delle nuvole e quella dei movimenti sociali, e ancora The Universe of Keith Haring di Christina Clausen, sul celebre artista, Parole sante di Ascanio Celestini (sul precariato nei call-center), e Zero – Inchiesta sull’11 settembre di Franco Fracassi e Francesco Trento, che scava dietro alle presunte verità sulle Twin Towers. Tutti e tre concorrono, insieme a altri dodici documentari tutti in anteprima europea o internazionale, ai 20.000 euro del Premio CULT. Accanto a loro, fuori competizione, Saverio Costanzo, che in Auschwitz 2006 filma gli studenti romani in visita al campo di sterminio nazista, e Niente è come sembra, l’opera terza del cantautore Franco Battiato, intrisa di filosofia e spiritualità.

Film, incontri, eventi, per una sezione che uscirà dalle sale dell’Auditorium per raggiungere i cineclub, i centri sociali, le sale d’essai della città. Aspettando il programma completo (atteso per il 27 settembre), comincia a delinearsi il profilo della seconda Festa di Roma.

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