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FESTIVAL Italia

Trieste, zona di cinema

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A Trieste, il cinema non si vede soltanto, ma si fa: merito anche dell’accogliente Film Commission regionale, presente al Trieste Film Festival, nella sezione “zone di cinema”, con due produzioni internazionali girate in città l’anno scorso, l’elvetico Fuori dalle corde di Fulvio Bernasconi e La fine del mare di Nora Hoppe.

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Entrambe hanno scelto, del capoluogo giuliano, il volto meno turistico: non l’atmosfera austro-ungarica dei caffé storici, né il fascino medievale del centro antico. Piuttosto, la città dove si suda e si lavora (dove si vive, e persino si muore): le zone industriali della periferia, e i moli del porto vecchio.

Il film dello svizzero Fulvio Bernasconi trascina lo spettatore nell’universo dei combattimenti clandestini: Michele (un sorprendente Michele Venitucci, che per il ruolo è stato premiato a Locarno, ex-aequo con Michel Piccoli) fa il pugile, e sperava di trovar fortuna in Germania. Ma – frustrato dalla corruzione del mondo della boxe – torna a Trieste: dove, per pagare i debiti, suoi e della sorella, accetta di scendere dal ring, e di combattere, appunto, fuori dalle corde. È una città livida, e spesso notturna, quella che fa da sfondo al “viaggio di Michele dentro la parte oscura di sé stesso” (così lo definisce il protagonista).

“Mi serviva una città di grande tradizione pugilistica, in un Paese dove fosse ancora possibile vivere di boxe”, spiega il regista, mentre Elda Guidinetti (che con la sua Ventura Film ha realizzato un progetto inseguito per anni) sottolinea come fosse “importante girare in un luogo di confine, in prossimità di una frontiera che non fosse quella svizzera, e Trieste, per la sua posizione geografica, sembrava il posto ideale”. La scelta, quindi, è maturata ancora prima di ottenere l’appoggio di Friuli Venezia Giulia Film Commission , “che pure ha sostenuto il film con generosità”.

Nonostante i co-produttori minoritari italiani (ITC Movie, BiancaFilm e RaiCinema, col contributo del MiBAC), e la presenza nel cast di un’attrice stimata come Maya Sansa, Fuori dalle corde non ha ancora trovato una distribuzione per il mercato italiano.

È un’anteprima nazionale anche quella de La fine del mare di Nora Hoppe: la regista, newyorkese di nascita ma europea d’adozione (dopo aver vissuto in Francia, Inghilterra, e Italia, ora si divide tra Berlino e Aix-en-Provence) ambienta sullo sfondo del porto la storia di Todor, un contrabbandiere serbo che in uno dei suoi soliti viaggi scopre, chiusa dentro una cassa, una donna destinata al mercato della prostituzione.

Interpretato da Miki Manojlović, Giuseppe Battiston e Luigi Maria Burruano, e parlato in almeno cinque lingue (italiano, francese, inglese, serbo e farsi), La fine del mare mostra una città che continua a essere un crocevia di popoli e genti, spesso in fuga da un passato doloroso. Prodotto dai tedeschi di Flyng Moon Filmproduktion, con Unlimited (Francia), Revolver (Italia) e ZDF/Arte, il film è venduto nel mondo da Onoma.

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