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AUDIOVISIVI Francia

Il cinema francofono contro la mondializzazione

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Cinema e multiculturalità. Lo spazio francofono e la sua cinematografia fondata sul dialogo interculturale, sembra abbiano un ruolo decisivo per la promozione della diversità culturale in un contesto di mondializzazione che avvantaggia essenzialmente il cinema americano.
Questa la convinzione emersa durante l'incontro organizzato dal Centro Nazionale di Cinematografia francese e da quello della Comunità francese in Belgio, svoltosi ieri, in occasione del Festival di Namur, per riflettere su una migliore promozione e circolazione dei film francofoni nel mondo.
Il dibattito ha proposto di coordinare e armonizzare in un contesto multilaterale, gli accordi di coproduzione che esistono a livello bilaterale tra i paesi francofoni. “Questo - ha spiegato Henri Ingberg, segretario generale del Ministero della Comunità francese in Belgio - perché siano “leggibili e rapidamente utilizzabili, senza ostacolarsi reciprocamente”. Vista la necessità di intervenire sia per la creazione che per la diffusione, la distribuzione e la promozione “si potrebbe anche immaginare - hanno affermato i partecipanti al convegno - un programma francofono globale ispirato al programma MEDIA dell’Unione Europea o al fondo Eurimages”.
Per le sale è stata invece ipotizzata l’idea di creare una rete francofona simile a quella di Europa Cinémas e nello stesso tempo, è emersa anche la necessità di riflettere sulla realizzazione di una struttura di promozione mondiale del film di lingua francese, ispirata al modello di Unifrance.
L’incontro ha poi posto l’attenzione anche sulle politiche di aiuti da parte delle televisioni nazionali e transnazionali, alle produzioni e alla circolazione delle opere. Il canale satellitare francofono TV5 “programma già il 100 per cento di film francofoni per 130 milioni di case in tutto il mondo” ha sottolineato la sua rappresentante Michèle Jacobs.
Uno degli importanti impegni della cultura francofona, infine, sarà quello di porre le basi nel mercato cinematografico della parte francese dell’Africa, un territorio “vasto e da conquistare” come ha spiegato il responsabile di Ecrans Noirs, Bassek Ba Kobhio. “Gli americani - ha aggiunto - hanno capito al volo questa politica espansionistica. Sarebbe bene invitarli per farci aiutare ad aprire le sale e a sviluppare i circuiti distributivi e, possibilmente darci una mano a far vedere i nostri film anche al di là dell’Oceano”.
La discussione, lanciata al Festival di Namur, proseguirà tra qualche giorno in occasione del Summit della Francofoniain programma a Beyruth e poi anche nell’ambito del Festival di Ouagadougou a febbraio, per finire il prossimo maggio a Cannes.

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