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Gilles Marchand, regista di L'autre monde

Festival di Cannes 2010

Intervista sul film presentato fuori concorso.

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racconta la storia di Gaspard, un ragazzo la cui vita cambia quando incontra Audrey, una donna un po' strana che ha un avatar nel gioco online Black Hole. Alla pari di altri registi presenti a Cannes quest'anno, il regista francese Gilles Marchand ha trattato il tema della cultura del web nel suo film. Ci racconta come ha deciso di raccontare la storia, che ha toni sia realistici che fantastici.

Cineuropa: Un uomo giovane, molto innamorato della sua fidanzata, s'invaghisce di una donna affascinante e dei suoi oscuri segreti online.
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narra la storia di un giovane, Gaspard, che avrebbe tutte le ragioni per essere felice: vive nel sud della Francia, al sole, vicino al mare, ha degli amici e una ragazza. La sua vita viene sconvolta quando incrocia la strada di Audrey, strana ragazza che salva da un bizzarro tentativo di suicidio. L'uomo è dapprima interessato, poi, pian piano, abbandona Marion e i suoi amici e resta coinvolto dalla ragazza e da Black Hole, gioco online per il quale lei ha creato un avatar, Sam, che sembra in cerca di partner per morire.

La cultura Internet è molto popolare quest'anno a Cannes, cosa l'ha affascinata?
Credo sia sensato che i registi siano sempre più interessati al mondo virtuale. Si può dire, un po' scherzosamente, che questo è l'anno di Avatar di Cameron, ma naturalmente i film - sia quello di Nakata, sia il mio, sia l'altro, che non ho visto - erano stati pensati ben prima dell'uscita di Avatar. Fa parte del nostro mondo di oggi, le realtà virtuali sono parte della vita, i network su internet sono qualcosa che oggi esiste. Mi sembra naturale esserne colpito, come ad esempio esserlo dalla presenza di un telefono in un plot. Oggi sappiamo che non è possibile immaginare un poliziesco senza telefoni. La serie americana 24 si basa essenzialmente sul fatto che ci chiamiamo costantemente. I giochi online saranno sempre più presenti nei film perché fanno parte del nostro mondo, in qualche modo lo rendono più grande.

Nel mio film, volevo essere molto realista su quello che è possibile fare oggi, a differenza di Cameron o anche di Nakata, le cui pellicole sono dei ritratti fantastici del mondo. Nella mia è tutto concreto e reale ma allo stesso tempo sembra quasi un fantasy, o un thriller fantasy, perché il mero fatto che questi mondi coesistano è ancora strano per noi. Mi piaceva questo tipo di realismo e insieme il tocco fantastico.

Ha fatto delle ricerche per creare la sua visione di questo mondo cinematografico?
Sì e no, nel senso che ho trovato divertente inventare un gioco che potesse esistere e avesse le sue regole. Ho giocato molto io stesso, non sono un professionista ma mi piace. Il videogame del film gioca con i codici di videogame esistenti, e, nello stesso tempo, ho voluto modificarlo totalmente, mi sono divertito ed è il mio modo per renderlo ideale.

- Janus Metz, regista di Armadillo

- Agnes Kocsis, regista di Pàl Adrienn

- Gust Van den Berghe, regista di Little Baby Jesus of Flandr

- David Verbeek, regista di R U There

- - Daniele Luchetti - Regista

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