Cherry Pie
Clip [ES]
di Lorenz Merz
Quando lo spettatore incontra Zoé tutto è già successo fuori campo, in un luogo immaginario dove ogni ipotesi è valida. La sua faccia stanca e i segni lasciati sulla sua pelle dal rimorso e dal tormento di una vita non facile sono gli unici indizi che ci permettono di ipotizzare qual sia stato il motore che l’ha spinta a lasciarsi tutto alle spalle. La sua fuga è disperata, incontrollata, senza una meta precisa che le permetta di avanzare con dignità. Zoé entra poco a poco in un silenzio catatonico che l’allontana sempre più dalla realtà, come se il mondo che la circonda non la toccasse più, come se il tremendo ricordo di quello che è successo la rendesse impermeabile al presente. Lo spettatore assiste al suo pellegrinaggio dalla posizione spesso scomoda di chi osserva da vicino (primi piani che braccano la protagonista) la decadenza di un’anima alla deriva. Il personaggio principale si mette a nudo, si sgretola letteralmente davanti allo sguardo impotente del pubblico.