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FESTIVAL Italia

Rachel, una goccia nell'oceano del conflitto mediorientale

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"Un piccolo episodio in un oceano di tragedia, quello mediorientale. Quella israelo-palestinese è la guerra meno dimenticata al mondo, ci sono più telecamere lì che nel resto del pianeta, eppure le persone non la capiscono, perché è raccontata male dai media".

Così la pensa Simone Bitton, regista franmco-israeliana che vinse il premio Pesaro Nuovo Cinema nel 2004 con Mur e oggi torna nella città marchigiana con Rachel [+leggi anche:
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, già passato al Forum della Berlinale e ora nella sezione "Bande à Part" della Mostra pesarese. Prodotto da Ciné-Sud Promotions, Arte France Cinéma, Novak Production e RTBF, il film è un'inchiesta cinematografica sulla morte di Rachel Corrie, attivista statunitense che morì il 16 marzo 2003, a soli ventitrè anni, schiacciata da un bulldozer delle forze armate israeliane mentre cercava di difendere la casa di un palestinese dalla demolizione. Una notizia che meritò poche righe sui giornali e una manciata di secondi nei Tg, ma che per Simone Bitton è diventata il terreno di un'indagine approfondita fatta di interviste – ai compagni attivisti, ai capi militari o ai soldati semplici, fino alle famiglie palestinesi che furono testimoni dell'evento – e di documentazione preziosa, tra cui addirittura un video realizzato quel pomeriggio dall'esercito israeliano.

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"Ci ho messo tre anni a realizzare Rachel e mi è servito un lungo lavoro di ricerca e documentazione – dice la regista – ma dovevo farlo, nonostante con l'età si perda più di tutto la certezza della necessità che bisogna ribellarsi anche quando non si è sicuri di vincere". Come ha fatto Rachel Corrie, opponendosi a dei soldati che avevano la sua stessa età, ma a cui il destino ha assegnato un altro ruolo da giocare.

Gestito per le vendite internazionali da Umedia, Rachel uscirà nelle sale francesi in ottobre con Les Films du Paradoxe.

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(Tradotto dall'inglese)

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