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FILM / RECENSIONI

Welcome

di 

- Il commovente incontro tra un insegnante di nuoto francese e un giovane curdo che sogna di raggiungere l'Inghilterra. Un film ben documentato sulla realtà dell'immigrazione clandestina

Dagli anni Novanta decine di migliaia di immigrati provenienti da tutto il mondo continuano ad affluire a Calais, nel Nord della Francia, a 35 km dalle coste inglesi, sognando di raggiungere il Regno Unito e nascondendosi sui treni, sulle navi e sui camion che transitano dal porto. Dopo la chiusura del centro di Sangatte nel 2002, questi clandestini sono sparpagliati nella natura circostante, abbandonati alla legge della giungla, in condizioni di vita esecrabili: una situazione che ha ispirato al regista francese Philippe Lioret la trama del suo sesto lungometraggio, Welcome [+leggi anche:
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intervista: Philippe Lioret
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, scoperto al Panorama della Berlinale 2009, ricompensato con il premio del pubblico e il Label Europa Cinema e con un notevole successo nelle sale francesi (1,7 milioni di spettatori).

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Se la tematica della frontiera ha sempre pervaso la storia del cinema, la recente esplosione dei fenomeni migratori in Europa (un territorio che negli altri continenti è percepito come una fortezza-Eldorado) negli ultimi anni ha particolarmente stimolato l'immaginazione dei registi del Vecchio Continente (tra gli altri La blessure [+leggi anche:
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di Gerardo Olivares), ciascuno dei quali ha affrontato l'argomento col suo stile e la sua sensibilità. Philippe Lioret, regista concentrato sulla fragilità umana e sui sentimenti, con Welcome è riuscito a trovare un buon equilibrio tra elementi documentari (il vagabondaggio degli immigrati a Calais tra mense dei poveri, controlli della polizia e dell'autorità giudiziaria, tentativi di attraversamento della Manica, problemi di denaro, un clima generale oscillante tra solidarietà e tensione, l'assistenza dei volontari e la delazione di certi abitanti...) e necessità della finzione melodrammatica, mettendo in scena due personaggi principali.

Scritto da Philippe Lioret e Emmanuel Courcol, la sceneggiatura descrive infatti l'incontro di Bilal, un giovane curdo (Firat Ayverdi) bloccato a Calais da cui spera di raggiungere in Inghilterra la ragazza che ama, e Simon (Vincent Lindon), insegnante di nuoto depresso per il suo divorzio in corso. Nonostante non si sia mai preoccupato particolarmente del destino degli immigrati, di cui invece si occupa sua moglie in quanto volontaria, Simon vuole attirare la sua attenzione e per impressionarla decide di aiutare Bilal. Come ultima risorsa, quest'ultimo si è messo in testa di attraversare la Manica a nuoto. Tra i due uomini, al di là dei corsi di nuoto e dei ruoli di allievo e di coach, si instaura a poco a poco un legame affettivo (entrambi soffrono la solitudine e sono motivati da sentimenti per una donna inaccessibile, Simon poi non ha mai avuto figli) che trascina il maestro in un pericoloso ingranaggio nei confronti della legge francese che punisce l'assistenza a persone in situazione irregolare (art. L622-1). Questa normativa, che al momento dell'uscita del film ha provocato una violenta polemica sulla stampa tra il regista e il ministro dell'immigrazione, offre a Welcome un efficace impulso drammatico che va ad aggiungersi a quello del successo o dell'insuccesso della rischiosissima traversata di Bilal.

Senza mai cedere alle sirene del manicheismo, principale scoglio di questo genere di argomenti, Philippe Lioret dipinge con lievi pennellate le zone grigie della solidarietà umanitaria e della repressione. Così Simon si fa rubare una medaglia da un immigrato cui ha dato asilo e il poliziotto che lo mette in guardia (in seguito a una denuncia anonima) contro l'idea di aiutare troppo i clandestini sembra compiere questa missione solo per dovere. Questa onestà nel modo di trattare il prossimo è perfettamente espressa da Vincent Lindon (il quale verrà senza dubbio ricompensato nel 2010 con una nuova nomination ai César come migliore attore dopo il 1993, il 2000 e il 2008). In effetti l'attore dà vita a una splendida e pudica interpretazione di un uomo contemporaneo come tanti altri, concentrato su problemi personali che ne acuiscono la fragilità, il quale ritrova una certa stima in se stesso grazie all'apertura verso uno straniero, la cui ricerca di un mondo migliore fa vibrare dentro di lui delle corde ben più forti di quanto avrebbe mai immaginato.

Prodotto dalla Nord-Ouest Films in coproduzione con France 3 Cinéma, Studio 37 e il CRRAV, Welcome segna inoltre, dopo il successo di Je vais bien, ne t'en fais pas [+leggi anche:
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(887.000 spettatori in Francia - César 2007 per migliore attrice e miglior attore non protagonista e nomination nelle categorie migliore film, regista e sceneggiatura), una tappa significativa nella carriera di Philippe Lioret, regista capace di esplorare la sensibilità e il quotidiano sulla linea sottile che separa il cinema commerciale e il film d'autore.

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(Tradotto dal francese)

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