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FILM / RECENSIONI

La doppia ora

di 

- Un'opera prima italiana che gioca sapientemente con il cinema di genere, selezionata in concorso a Venezia e vincitrice della Coppa Volpi per l'interpretazione femminile

Quarto e ultimo film italiano in concorso alla Mostra 2009, La doppia ora [+leggi anche:
trailer
intervista: Giuseppe Capotondi
scheda film
]
racconta la storia d'amore tra l'ex-poliziotto Guido (Filippo Timi) e la cameriera slovena Sonia (Ksenia Rappoport), che nasce grazie a uno speed-date e prosegue, inaspettatamente intensa, fino alla morte di lui nel corso di una rapina nella villa in cui lavora come custode. Opera prima del quarantunenne Giuseppe Capotondi prodotta da Indigo Film con Medusa, il film ha il coraggio di prendere la strada del genere puro senza particolari pretese metaforiche o autoriali, ma anzi addirittura giocando con il thriller fino a farlo diventare, a tratti, un horror paranormale, un noir psicologico, un giallo.

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La storia scritta da Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo prende ben presto strade multiple e inaspettate: l'evento-chiave della rapina innesca infatti un meccanismo narrativo complesso e originale, foriero di capovolgimenti e di rivelazioni continue. Per Capotondi, già autore di decine di videoclip e spot pubblicitari, La doppia ora è "una storia d'amore con un vestito di genere", per cui ha utilizzato "tutti gli stilemi del thriller nel raccontare la piccola storia di due persone che non riescono a cogliere la loro seconda occasione. C'è la scena 'horror' nella vasca da bagno, l'uso dei monitor a circuito chiuso, una sepolta viva: tutti elementi tipici del genere classico che però abbiamo usato per raccontare altro". Sonia è una ragazza ambigua che si muove disorientata tra realtà e sogno, Guido un giovane buono ma disilluso in bilico tra l'amore e il sospetto; entrambi, nella storia, hanno storie, identità e motivazioni fluttuanti. La bravura di Capotondi – e degli attori – sta nel rendere sempre credibile un intreccio ambizioso e talmente complicato da far confessare alla protagonista Ksenia Rappoport di aver avuto qualche difficoltà ad entrare nel personaggio di Sonia: "Ero buona, giovane, bella e romantica, poi all'improvviso morivo, poi ero cattiva. Leggere la seceneggiatura è stato un viaggio avventuroso, ma alla fine sul set ho smesso di chiedermi chi fossi davvero". Filippo Timi ha invece apprezzato soprattutto l'incipit della storia: "Un inizio sano – ha detto divertito – in cui i due protagonisti si incontrano ad uno speed-date per prendersi quello che vogliono, cioè una notte di sesso, senza ambiguità. Un uomo potrebbe continuare così anche fino a 60 anni, o anche di più visto ciò che leggiamo sui giornali, ma Guido invece si innamora".

Sopreso e felice di ritrovarsi in concorso alla Mostra con la sua opera prima, Capotondi ha spiegato: "E' una grande responsabilità e ho tanta paura, perché i giurati useranno lo stesso metro di giudizio che per un autore come Herzog. E' un misto di felicità e timore".

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