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PROMOZIONE Belgio

Il nuovo numero del webzine di Cinergie

di 

Nell'ultimo numero del suo webzine, il 142, Cinergie torna a occuparsi di un fatto piuttosto eccezionale: la seconda legislatura di Fadila Laanan come ministro della Cultura e dell'Audiovisivo della Comunità francese del Belgio. Cinergie l’ha incontrata nel suo ufficio. Con grande determinazione, Laanan parla dei drastici tagli al budget futuri: questa legislatura sarà quella "dei sacrifici e delle spese ridotte". L'obiettivo è di completare e consolidare i progetti già avviati.

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Jacqueline Pierreux rievoca invece l'effervescenza creativa degli anni '70. "Volevo creare il cinema belga. Ero piena di orgoglio, lo riconosco...". Orgoglio o meno, Jacqueline Pierreux ha ampiamente contribuito alla nascita del cinema belga così come lo conosciamo oggi, producendo negli anni '70 opere basilari attraverso la sua società Pierre Films, ma anche coproducendo in seno alla RTBF, negli anni '80, gli autori che hanno fatto la storia del cinema belga a Cannes, da Corbiau a Van Dormael e i Dardenne.

Di più stretta attualità (il suo film esce mercoledì in Belgio), Dorothée Van Den Berghe parla di My Queen Karo [+leggi anche:
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, suo secondo lungometraggio, un film che racconta proprio gli anni '70, quando era vietato vietare e la nozione di comunità affossava ogni tentativo di intimità. Come in Meisje [+leggi anche:
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, la regista parla di "una coppia che resta troppo tempo insieme" e del percorso di una ragazzina di 10 anni che cresce a dispetto dei suoi genitori.

Infine, Cinergie ha approfittato dell'ultimo Festival del Film Francofono (FIFF) per fare il pieno di film belgi, in particolare con Amer [+leggi anche:
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di Hélène Forzani e Bruno Cattet, Le Jour où Dieu est parti en voyage [+leggi anche:
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di Philippe Van Leeuw e Les Barons [+leggi anche:
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Intervista al regista e all'attrice di…
intervista: Nabil Ben Yadir
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di Nabil Ben Yadir (nelle sale il 4 novembre), il preferito dalla redazione, che si entusiasma per "questa opera prima scoppiettante […] che fa saltare allegramente ogni convinzione sulla comunità maghrebina, l'integrazione, i quartieri popolari, Bruxelles e forse anche il cinema belga…". Tutto un programma!

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(Tradotto dal francese)

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