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FILM / RECENSIONI

First of All, Felicia

di 

- Un primo lungometraggio toccante e intimista diretto dall’olandese Melissa de Raaf e dal rumeno Razvan Radulescu. Premio Cineuropa all’Estoril film festival

Il promettente duo composto dall'olandese Melissa de Raaf, alla sua prima esperienza nel lungometraggio, e da Razvan Radulescu, sceneggiatore di fortunati film della cosiddetta nouvelle vague rumena (Boogie [+leggi anche:
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, interpretato dalla brava Ozana Oancea al suo primo ruolo da protagonista.

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È proprio tra questi due paesi, l'Olanda e la Romania, che si divide l'esistenza della quarantenne Felicia, emigrata nel 1989 da Bucarest ad Amsterdam, impiegata in una biblioteca, divorziata da Marteen e madre dell'undicenne Marc.

Felicia, dopo due settimane passate a casa dei genitori in Romania, è pronta per tornare a casa e riabbracciare il figlio rimasto in un campo scuola. Ma un contrattempo della sorella Iulia, che doveva accompagnarla all'aeroporto, e il traffico cittadino costringono Felicia a rimanere a terra ed a trascorrere il pomeriggio in compagnia della madre nello stesso aeroporto, passando da uno sportello all'altro, tra caffé, liti, incontri e scontri, nella speranza di trovare un volo che possa farla arrivare ad Amsterdam.

Il timore di non riuscire a tornare in tempo per andare a prendere il figlio rende Felicia intrattabile ed estremamente scontrosa con la madre che, dal canto suo, e con i pochi mezzi a sua disposizione, cerca solamente di rendersi utile e di dare dei buoni consigli alla figlia. Lo scontro è inevitabile, la presenza, ai suoi occhi invadente, della madre provoca l'aggressività di Felicia, che culmina in un monologo nel quale la giovane donna sfoga tutte le sue frustrazioni di madre e immigrata segretamente insoddisfatta e, probabilmente, pentita per le scelte fatte nella sua vita. Riemergono così vecchi rancori e dispiaceri rimasti chiusi per anni tra le mura domestiche. Tra grida e lacrime Felicia attacca e allo stesso tempo chiede perdono, offende la madre e invoca disperatamente aiuto e comprensione.

Il film di Radulescu e de Raaf porta alla luce le inevitabili incomprensioni tra genitori e figli (che sembrano non risolversi nemmeno a quarant'anni), oltre alle indecisioni e ai rimpianti di chi ha deciso di allontanarsi dalla propria famiglia e dalle proprie radici per trovare una nuova e indipendente serenità. In un'epoca di mobilità giovanile e di immigrazione non determinata sempre dalle difficoltà economiche ma dalla costruttiva voglia di sperimentare la vita altrove, questo film è più che mai attuale.

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