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FESTIVAL DI ROMA 2010 Alice nella città

Cartoon, memoria storica e attualità

di 

È orgoglioso, Gianluca Giannelli, e non gli si può dare torto: la “sua” sezione del Festival di Roma, Alice nella città, dedicata ai più piccoli, è cresciuta negli anni e oggi può contare su un programma fatto sì di opere prime e giovani talenti, ma anche grandi attori e registi affermati (il Sam Garbarski di Quartier Lontain, ispirato a un manga giapponese) che alle sezioni più “blasonate” preferisco il confronto col pubblico, non facile, delle scolaresche.

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Titolo d’apertura di quest’anno è Leila, il musical-politico di Audrey Estrougo, in cui le canzoni degli anni ’60 e ’70 fanno da colonna sonora all’amore complicato di due studenti, sullo sfondo delle manifestazioni per i diritti dei sans papier. Già, perche “Alice” non vuol dire solo film leggeri e cartoon, ma anche memoria storica e – spesso – attualità: dalle fatine stereoscopiche di Winx Club 3D – Magica avventura di Iginio Straffi alle violente banlieu francesi di Tête du Turc [+leggi anche:
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, puzzle di storie firmato dall’esordiente Pascal Elbé.

L’Europa, come sempre, è ben rappresentata: semmai stupisce la presenza meno massiccia del solito delle cinematografie scandinave (col solo Hold Me Tight [+leggi anche:
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, del danese Kaspar Munk). L’Italia è rappresentata da L’estate di Martino [+leggi anche:
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, con cui Massimo Natale sfuma nei toni di una favola moderna i colori ben più violenti della tragica estate italiana del 1980 (quella dell’abbattimento del DC9 sui cieli di Ustica e della strage nella stazione di Bologna).

Altre opere interessanti provengono da Belgio (Adem [+leggi anche:
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di Hans Van Nuffel) e Irlanda (My Brothers di Paul Fraser e The Runway di Ian Power): ma per Giannelli è la Spagna il Paese da guardare con attenzione, come dimostra la doppietta di titoli di quest’anno: Herois di Paul Freixas e la coproduzione con l’ItaliaI Want to Be a Soldier di Christian Molina (prodotto anche da Valeria Marini).

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