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FESTIVAL Italia

Il mondo in una città

di 

- Il Torino Film Fest festeggia la sua 20ma edizione con molti film contemporanei e qualche incur-sione nel passato d'autore

Una festa per cinefili. Il Festival Cinema Giovani di Torino festeggia il suo 20mo anniversario ripescando la “filosofia” dei cineclub di trent’anni fa dove i film venivano considerati testi sacri su cui discutere e da cui trarre ispirazione. Non senza divertirsi, naturalmente, perché come dice il direttore Stefano Della Casa, “il cinema nasce come spettacolo, quindi come divertimento, come qualcosa che va oltre la gabbia dentro la quale viene costretto dalla cultura contemporanea, quindi oltre la semplice risata e dentro l’ambito di una vera e propria categoria dell’animo”.
Una festa molto ricca quella di quest’anno. Dal 7 al 15 novembre prossimi, 1150 proiezioni distribuiti in tredici sezioni di cui cinque dedicate a lungo e cortometraggi in concorso, quattro a grandi registi del passato e del presente, tre alle grandi cinematografie d’Europa, del Giappone, e dell’Italia e una al panorama cinematografico contemporaneo, con incursioni nel cinema classico come la proiezione della copia restaurata dalla Scuola Nazionale di Cinema di Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci.
Ospitato nel modernissimo ‘Multiplex Pathé Lingotto’, dopo essere stato per 19 edizioni sugli schermi delle sale del centro cittadino, il festival ha in cartellone una ricca testimonianza della produzione cinematografica europea. Oltre a Bent Keltoum di Mehdi Charef (Francia/Tunisia), Bungalow di Ulrich Köler (Germania) Piovono mucche di Luca Vendruscolo (Italia), Le jours où je n’existe pas di Jean-Charles Fitoussi (Francia) e This is not a love song di Bille Eltringham (Regno Unito), Hukkle di György Pàlfi e Eccomi qua di Giacomo Ciarrapico (Italia), inseriti nella sezione del concorso ufficiale, un’intera rassegna intitolata Orizzonte Europa sarà dedicata alle novità e alle tendenze più significative della cinematografia europea dell’ultimo anno cui si affiancano proposte di documentario tra ieri e oggi (Docs in Europe) e l’horror d’autore (Un’altra Europa).
L’edizione di quest’anno del festival di Torino dedica tre retrospettive complete a tre mostri sacri della cinematografia internazionale: John Milius, cineasta ancora poco esplorato dalla critica, cosceneggiatore con Coppola di Apocalypse Now e autore di film come Dillinger e Un mercoledì da leoni; Julio Bressane, cineasta brasiliano, raffinato e inquieto la cui opera (35 film di cui 3 irrimediabilmente perduti) è ancora molto sconosciuta in Europa; Gianni Amico, grande promotore culturale oltre che regista di film come Le mani svelte. Giovani, donne, fabbrica, Io con te non ci sto più e Paola e, infine, John Ford di cui i film (Sentieri selvaggi, L’uomo che uccise Liberty Valance) se pur conosciuti dal pubblico, mancano sul grande schermo da più di vent’anni.

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