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BERLINALE 2011 Panorama / Regno Unito / Stati Uniti

The Mortician, i dolori 3D di un giovane necroforo

di 

The Mortician del britannico Gareth Maxwell Roberts, co-produzione fra Full Circle Films e Film and Music Entertainment (Regno Unito) e Belladonna Productions e Films in Motion (Stati Uniti), è un interessante dramma-crime in 3D che parte lentamente ma riesce nel finale a far arrivare il suo calcio emotivo.

Il protagonista del titolo, l’artista hip-hop, produttore e attore Method Man, è un impresario di pompe funebri che vive in una città americana indefinita, e si dedica appieno al suo lavoro. Il ricordo di sua madre lo tortura e lo fa vivere in continua tensione, incapace di rilassarsi e di dormire serenamente. Il suo unico legame emotivo è con la prostituta di buon cuore Ava (Dana Fuchs). Un giorno trova un assistente, Noah (E.J. Bonilla), giovane latino-americano in libertà vigilata, nei guai con una gang del quartiere guidata dal sociopatico Carver (Dash Mihok, strana scelta per una gang sudamericana, con la sua barba rossa e gli occhi chiari). Carver sta cercando Kane, ragazzo che vediamo aggirarsi intorno al laboratorio del necroforo dopo che il corpo di una giovane donna è stato portato lì per “essere preparato”. Ci vuole più di un’ora perché il plot cominci a svilupparsi, ma da lì in poi il film diventa molto dinamico e coinvolgente.

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L‘America di The Mortician è un luogo spiacevole che fa i conti con la crisi economica, la povertà, il crimine e la dipendenza dalle droghe. I suoi edifici sono in rovina, circondati da recinti e da alte mura ricoperte di filo spinato. Il direttore della fotografia Michael McDonough (noto per il suo hit d’essai Winter’s Bone) usa il 3D per amplificare l’effetto, e utilizza spesso le reti come se fossero finestre dello schermo proprio davanti agli occhi dello spettatore. Come avviene col 3D, i dettagli delle parti scure sono indistinguibili, ma le immagini sanguinolente del lavoro del becchino sono di grande effetto.

Il film indipendente, dal budget di 1.5 milioni di euro, dimostra che il 3D sta divenendo una tecnologia sempre più diffusa che potrebbe diffondere una nuova tendenza anche al di fuori dei grandi studios.

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(Tradotto dall'inglese)

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