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BERLINALE 2011 Panorama / Germania-Israele

Invisible: il trauma di due donne a nome di tutte

di 

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scheda film
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di Michal Aviad, coprodotto a Colonia da Tag/Traum (che intende promuovere un cinema “diverso”, dal documentario alla fiction) e presentato a Berlino nella sezione Panorama, comincia con un avvertimento: ogni riferimento a fatti realmente accaduti non è affatto casuale.

Il film si ispira a eventi accaduti nel 1978 e contiene immagini di repertorio. Due israeliane, Lily, militante per i diritti dei palestinesi, e Nira, che dirige un documentario su questa causa, si riconoscono dopo essersi viste vent’anni prima negli uffici della polizia, dove si trovavano per identificare un molestatore seriale soprannominato “lo stupratore cortese”, per aver costretto le sue sedici vittime a usare gesti romantici mentre abusava di loro.

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I segni del trauma comune sono “invisibili”. Sono entrambe madri (di figlie femmine) e hanno la loro vita, ma ognuna ha le sue vulnerabilità e la sua sessualità. Niente le distingue dalle altre donne. Pertanto, per loro due (e per le altre vittime, che Nira ritrova nel corso dell’indagine che decide di avviare), il tempo passato non ha cancellato tutto, al contrario della polizia, che ha bruciato i vecchi dossier, e alla giustizia, che ha rimesso in libertà il criminale, troppo presto. Ognuna a modo suo, separatamente e poi insieme, percorreranno la strada del ricordo.

Se l’obiettivo del loro agire non è chiaro (loro stesse si chiedono più volte quale sia lo scopo di questo percorso doloroso), il lavoro di documentazione che ne consegue finisce per imporsi come un fine: essendo l’oblio intollerabile, bisogna documentare questa storia, farne un film, rendere reale l’orrore che non si legge sui loro volti, ma la cui negazione è peggio della memoria. E’ quello che la regista ha deciso di fare.

Alla fine di questa opera dalla sensibilità estremamente contenuta, compare una semplice frase: secondo l'ONU, una donna su cinque nel mondo vive una storia simile.

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(Tradotto dal francese)

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