20/04/2011

L’opera seconda della regista sudafricana Pia Marais, At Ellen’s Age [+leggi anche:
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scheda film], ha conquistato il premio principale del Crossing Europe Film Festival di Linz, ricalcando le orme del suo debutto, The Unpolished [+leggi anche:
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scheda film], trionfatore sempre a Linz nel 2007. La storia di Marais, che beneficia di un cast all-star, prende però troppe direzioni e non riesce a connettersi emotivamente col pubblico.

Ellen (la francese Jeanne Balibar) è una hostess 40enne che torna nella casa del fidanzato Florian (l’austriaco Georg Friedrich) e scopre che un’altra donna aspetta un figlio da lui. Il giorno dopo, si rende conto di avere probabilmente una malattia mortale, e la sua testa esplode: dopo aver abbandonato un aereo durante la dimostrazione ai passeggeri, perde anche il lavoro.

Senza casa e ormai perduta, si trova casualmente coinvolta da un gruppo di ventenni, attivisti per i diritti degli animali, e questo cambierà la sua vita e la spingerà a sposare un uomo più giovane di lei di almeno 15 anni. Nel frattempo, Ellen diventa sempre più autistica emotivamente: una sorta di visitatore delle vite degli altri.

La performance forte e accurata di Balibar eleva il film dall’essere un semplice esercizio sulla crisi di mezza età di una donna. L’ottimo montaggio di Mona Brauer e la macchina da presa puntuale di Hélène Louvart supportano il film, sebbene lo Marais e Horst Markgraf non consentano ad Ellen di legare con gli altri personaggi — e, quindi, con il pubblico.

Ellen sembra aver scelto un ruolo di contorno nelle vite degli altri, come il leopardo che incontra su una pista a Maputo: una nota a margine nel diario della sua vita. Ma se questa è la strada che Marais vuole percorrere, non c’è bisogno che la sua opera cinematografico sia connessa agli spettatori.

Prodotto da Pandora Filmproduktion, At Ellen’s Age viene venduto all’estero da The Match Factory.

(Tradotto dall'inglese)