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VENEZIA 2011 Concorso

Quando la notte, dramma familiare sulle Alpi

di 

Gli addetti ai lavori hanno accolto con freddezza e con qualche risata durante le scene più drammatiche il secondo film italiano in Concorso alla Mostra di Venezia, Quando la notte [+leggi anche:
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di Cristina Comencini.

Tratto da un romanzo della stessa regista, il film affronta il tema della maternità, dei sentimenti contrastanti nei confronti del proprio bambino, del rapporto di coppia in presenza di figli ancora piccoli.

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Marina, interpretata da Claudia Pandolfi raggiunge , una località di montagna per trascorrere un mese di vacanza con il suo bambino di due anni, Marco. La casa in cui alloggia appartiene alla guida alpina Manfred (Filippo Timi), un uomo dal carattere solitario. Il piccolo Marco piange spesso e Marina è sempre più esasperata, finché una notte accade un incidente domestico che Manfred interpreta come un gesto di violenza della madre nei confronti del figlioletto. Il confronto tra l'uomo e la sua ospite metterà a nudo ferite recenti e antiche, avvicinando irrrimediabilmente i due. Marina ha un marito esigente che però non la sostiene nel difficile compito di madre e Manfred ha un passato di abbandono da parte della madre, che è fuggita con un straniero lasciando lui e i suoi fratelli soli con il padre.

Abituata ad indagare con il suo cinema le zone d'ombra della famiglia, in particolare con La bestia nel cuore [+leggi anche:
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(2005), Cristina Comencini avvia il film come se fosse un thriller, per poi trasformarlo in un dramma d'amore che in una scena cita addirittura Il dottor Zivago. Le valli vertiginose del Monte Rosa offrono il palcoscenico dolente a due solitudini che si scontrano, si annusano e si attraggono. Alcune scelte narrative e certi dialoghi non sostengono però adeguatamente la tensione emotiva e Filippo Timi, attore magnifico dalla recitazione fremente, sfugge spesso al controllo della regia.

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