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FESTIVAL Scandinavia

Lo Stockholm FF celebra le nuove generazioni di registi

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Lo Stockholm International Film Festival è "un punto d’incontro per i filmmaker delle nuove generazioni, e nella nostra 22^ edizione siamo felici di presentare più registe che mai", ha dichiarato il Direttore del Festival Git Scheynius ieri (19 ottobre) alla conferenza stampa a Stoccolma, dove ha annunciato il programma dell’evento che si svolge quest’anno tra il 9 e il 20 novembre.

Uno dei titoli diretti da una donna per l’edizione 2012 è già stato deciso: sarà il vincitore del concorso per i progetti di filmmaker all’opera prima o seconda, e riceverà un fondo di produzione di 500.000 euro, un contratto di distribuzione nordico-baltico con NonStop Entertainment, e una posizione di gala nella line-up del prossimo anno. Il secondo classificato avrà invece 27.000 euro. Trentadue registi hanno già fatto richiesta di partecipazione.

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"Le statistiche in Svezia mostrano che dopo il debutto, solo il 30% delle registe riesce a realizzare il suo secondo o terzo film, contro il 70% degli uomini. Nel nostro schema triennale riusciremo a supportare 30 registe", ha aggiunto Scheynius. Nel catalogo festivaliero 2011, il 26% dei film è di una regista, e il 43% ha un produttore donna.

Lo Stockholm FF proietterà un totale di 173 film da 44 paesi, con 22 film internazionali in lizza per il Gran Premio dell’evento (il poco maneggevole Bronze Horse da sette chili), e una sezione di gala che il Program Manager George Ivanov descrive come "la più ampia di sempre in termini di anteprime internazionali di titoli locali e anteprime nordiche di film di alto profilo".

Le attrazioni del red-carpet includono il thriller spionistico internazionale Tinker, Tailor, Soldier, Spy [+leggi anche:
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dello svedese Tomas Alfredson (che apre il festival) [in foto], la nuova interpretazione del classico di Emily Brontë Wuthering Heights [+leggi anche:
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della britannica Andrea Arnold (in concorso internazionale) e La pelle che abito [+leggi anche:
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dello spagnolo Pedro Almodóvar (che chiude l’evento).

La maggior parte dei contendenti del Bronze Horse è composta da europei, e fra loro i registi locali Ruben Östlund con Play [+leggi anche:
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e Levan Akin con Certain People, i norvegesi Joachim Trier con Oslo, 31. August [+leggi anche:
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e Jannicke Systad Jacobsen con Turn Me On, Goddammit [+leggi anche:
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intervista: Jannicke Systad Jacobsen
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, e i britannici Steve McQueen con Shame [+leggi anche:
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, Paddy Considine con Tyrannosaur [+leggi anche:
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e Ralph Fiennes con Coriolanus [+leggi anche:
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Dal Benelux arrivano Bullhead [+leggi anche:
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di Michael R Roskam, Code Blue [+leggi anche:
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di Urzula Antoniak, dalla Francia Polisse [+leggi anche:
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di Maïwenn e Where Do We Go Now? di Nadine Labaki, Carré blanc [+leggi anche:
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di Jean-Baptiste Léonetti e Circumstance [+leggi anche:
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di Maryam Keshavarz. Dagli Stati Uniti arrivano invece Martha Marcy May Marlene di Sean Durkin, On the Ice di Andrew Okpeaha Maclean e The Future [+leggi anche:
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di Miranda July.

In omaggio al regista statunitense Sidney Lumet, da poco scomparso, il festival ha in programma dieci sezioni collaterali, come Open Zone (cinema contemporaneo), American Independents, Asian Images, Latin Visions, Spotlight (dedicato quest’anno alle Storie d’Amore), Documania (documentari, guidati da George Harrison: Living in the Material World di Martin Scorsese).

L’attrice francese Isabelle Huppert riceverà il Bronze Horse alla Carriera alla proiezione del suo nuovo film, Mon pire cauchemar [+leggi anche:
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della francese Anne Fontaine, mentre il regista messicano Alejandro Gonzäles Iñárritu (<>Amores Perros, 21 Grammi, Biutiful) è stato scelto per il Premio Visionary 2011.

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(Tradotto dall'inglese)

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