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FILM Italia

La kryptonite nella borsa, ritratto di famiglia nella Napoli anni '70

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"Questa è la storia di un supereroe, di una famiglia e di un bambino con gli occhiali. Questa è una storia sull'amore". Con questa voce fuori campo stile documentario inizia La kryptonite nella borsa [+leggi anche:
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intervista: Ivan Cotroneo
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, film d'esordio (in Concorso al Festival del Film di Roma e dal 4 novembre nelle sale distribuito da Lucky Red in 130 copie) del 43enne Ivan Cotroneo, conosciuto soprattutto per essere l'ideatore della fortunata serie tv Tutti pazzi per amore e per aver partecipato alla sceneggiatura di Mine vaganti [+leggi anche:
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di Ferzan Ozpetek, per la quale ha ricevuto un Globo d'Oro. Diplomato in sceneggiatura al Centro Sperimentale, Cotroneo è traduttore di Hanif Kureishi e Michael Cunningam e ha pubblicato 4 romanzi, uno dei quali è "La kriptonite nella borsa" da cui ha tratto il film.

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Una storia sull'amore ma soprattutto romanzo di formazione che pesca dai ricordi di una Napoli vissuta da bambino. La kryptonite nella borsa è infatti ambientato nel 1973, quando Napoli non era certo milionaria ma respirava il vento di cambiamento nei costumi sociali e sessuali, assaggiava nuove mode e modelli comportamentali.

Peppino (Luigi Catani) ha 9 anni, grandi occhiali da miope, e quando si gioca al pallone gli amici lo mettono a fare il palo della porta. Mamma Rosaria (Valeria Golino) è tanto dolce e lo ama e anche papà Antonio (Luca Zingaretti), peccato che tradisca la mamma con la commessa del suo negozio a Portici. E poi c'è il nonno austero, la nonna rigorosa, e quei due giovani zii, Salvatore e Titina (Libero De Rienzo e Cristiana Capotondi), a cui viene affidato quando la mamma scopre il tradimento del marito e si "ammala" di malinconia. Due giovani zii che gli rivelano un mondo inimmaginabile fatto di libertà e musica. Ma il più strano di tutti è il cugino Gennaro, che si crede Superman (ecco da dove viene il titolo) ed è così diverso che un brutto giorno muore sotto al tram.

L'immaginazione di Peppino continua a vedere e parlare con questo amico dai superpoteri, che gli rimane a fianco e gli fa strani discorsi sulla necessità di vivere la propria diversità, la bellezza dell'essere unici.

Con la magnifica fotografia di Luca Bigazzi, l'accurato montaggio di Giogiò Franchini e un'attenzione maniacale alla ricostruzione storica di ambienti, oggetti e vestiti, La kryptonite nella borsa è un viaggio nella memoria che ci dà la misura di quanto siamo cambiati (in peggio), di come fosse possibile sognare una vita migliore affrontando le difficoltà della vita con un allegria. Balli di piazza al ritmo di "Zorba's Dance", feste negli scantinati a base di LSD e liberatori collettivi femminili, Cotroneo mette in scena la storia di una famiglia senza fare sociologia, scegliendo di rimanere sulla superficie di una rappresentazione pop per riuscire a divertire lo spettatore.

La kryptonite nella borsa è prodotto da Indigo Film (This Must Be the Place [+leggi anche:
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intervista: Paolo Sorrentino
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) in collaborazione con Rai Cinema e con il contributo del MiBAC - Direzione Generale per il Cinema.

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