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INDUSTRIA Francia / Germania

"Un mini-trattato tripla A"

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"Una volta, per i produttori tedeschi, impegnarsi in un film francese era considerato troppo caro, complicato, caotico, senza dimenticare la barriera della lingua. Il contrario era ugualmente inconcepibile, con i produttori francesi che avevano molti dubbi sulle competenze cinematografiche dei loro omologhi tedeschi". In apertura ieri a Parigi della nona edizione degli Incontri franco-tedeschi di cinema organizzati da Unifrance e German Film, Peter Dinges, delegato generale del FFA (German Federal Film Board) ha tratto un bilancio molto positivo dei 10 anni del mini-trattato di coproduzione franco-tedesco, senza ometterne pertanto le migliorie possibili. Un'analisi condivisa da Eric Garandeau, presidente del Centre National du Cinéma et de l’image animée (CNC).

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: come ha ricordato Peter Dinges, che gli ha assegnato una tripla A (ribattezzata Alleanza Amichevole e Artistica), il fondo di coproduzione franco-tedesco (che dispone di un budget annuale di 3 M€) ha brillantemente contraddetto in un decennio "coloro che pensavano che le culture cinematografiche dei due paesi sembrassero troppo lontane". Dal canto suo, Eric Garandeau ha sottolineato che la Germania è il secondo partner coproduttore della Francia e che il 2010 ha registrato un record di 23 coproduzioni tra i due territori, la cui cooperazione è più che mai vitale nel contesto attuale.

I direttori delle due istituzioni cinematografiche dei rispettivi paesi hanno anche auspicato dei miglioramenti, in particolare un budget supplementare di 300 000 euro l'anno (150 000 per ogni paese) per finanziare la fase di sviluppo delle opere. Secondo Eric Garandeau, bisogna intensificare il lavoro in materia di distribuzione, ad esempio coordinando meglio le uscite da entrambe le sponde del Reno. Il presidente del CNC ha anche invitato le coproduzioni maggioritarie tedesche a postulare un nuovo fondo francese Cinémas du Monde che entrerà in vigore nel 2012 con un budget annuale di 6 M€.

Peter Dinges non ha esitato a mettere sul tappeto alcuni temi sensibili, precisando che "il mini-trattato non ha la vocazione di essere un Eurimages in miniatura" e che non deve "sostenere film invisibili nel paese partner". Evocando la possibilità di una maggiore selettività dei progetti, ha suggerito "di risolvere la questione se il fondo di coproduzione sia un laboratorio cinematografico o un'istanza di co-finanziamento commerciale". Ha inoltre auspicato una partecipazione più attiva di Arte e si è detto dispiaciuto che i sistemi di finanziamento dei film francesi e tedeschi non siano più compatibili: "Certe coproduzioni si arenano per questioni amministrative". Una richiesta di ammorbidimento del sistema a punti francese (legato alla lingua francese) è stata sostenuta dalla produttrice Margaret Menegoz (membro della commissione del mini-trattato), che ha sottolineato il paradosso dello squilibrio tra coproduzioni franco-tedesche puramente finanziarie estremamente facili da montare e la complessità della realizzazione di coproduzioni artistiche tradizionali.

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(Tradotto dal francese)

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