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FESTIVAL Regno Unito / Stati Uniti

Whole Lotta Sole: guai a Belfast

di 

- L’ultimo film del regista nordirlandese Terry George con Brendan Fraser è stato presentato al Tribeca Film Festival

L’ultimo film del regista e scrittore di Belfast Terry George (Hotel Rwanda [+leggi anche:
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, Reservation Road), la commedia drammatica Whole Lotta Sole, è stata presentata in anteprima al Tribeca Film Festival.

Il film, prodotto da Generation Entertainment col supporto di Northern Island Screen e Invest NI, vede la partecipazione dell’attore americano Brendan Fraser (in foto) nel ruolo di Joe Manguire, un uomo sposato e affiliato alla mala irlandese di Boston che cerca di sfuggire al suo matrimonio impossibile — mostrato in un prologo breve ma eloquente — recandosi a Belfast, in Irlanda del Nord, dove rileva temporaneamente il negozio di antiquariato di uno zio.

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La vita sembra inizialmente tranquilla, ma le cose cambiano quasi subito: le storie si intrecciano, e fra queste quella di un disperato, Jimbo (Martin McCann), che ha contratto un grosso debito con un potente signore del gioco d’azzardo (David O’Hara) che gli ha chiesto come pagamento il figlio, e che commetterà un crimine orribile.

Dopo molti giri, Joe si troverà ostaggio di Jimbo nel suo negozio insieme alla ragazza etiope di cui si è invaghito (Yaya DaCosta — in foto) e due bambini.

A risolvere la complessa situazione (e la complessa storia) sarà il poliziotto locale Weller (Colm Meaney), che nonostante la crescente pressione delle autorità non vuole mollare un caso che sembra vagamente interessante.

George, autore anche della sceneggiatura, utilizza per il film un registro più leggero di Hotel Rwanda, e la sua opera (il cui titolo si riferisce al nome di un pescivendolo) ricorda una commedia a simile tema, Intermission, ambientata in Irlanda, con Meaney e numerose storie intrecciate.

Ottima anche la produzione, nonostante al film manchi la finezza dei film migliori di George e le capacità del cast varino molto. Il film ha però buone possibilità di accedere a vari mercati, anche se probabilmente quelli non anglofoni saranno più ricettivi.

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(Tradotto dall'inglese)

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