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FESTIVAL Romania

Just the Wind star dell'Hungarian Day al TIFF

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- L'intenso dramma di Bence Fliegauf ha conquistato il Gran Premio della Giuria alla Berlinale

Insieme alla sezione Romanian Days, il Transylvania International Film Festival (TIFF) (1-10 giugno) invita ogni anno le più recenti e migliori produzioni ungheresi alla selezione Hungarian Day. Quest'anno la star è indubbiamente Just The Wind di Bence Fliegauf, Gran Premio della Giuria alla Berlinale 2012, thriller minimalista ispirato ad eventi realmente accaduti.

È difficile resistere all'eccellente sceneggiatura e alla storia potente: quando una famiglia viene uccisa nel quartiere, Mari (Katalin Toldi), donna delle pulizie, e i figli Anna (Gyöngyi Lendvai) e Rio (Lajos Sárkány) hanno sempre più paura e non vedono l’ora di ricongiungersi col marito/padre, che vive in Canada e li aspetta.

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Sotto lo sguardo attento e amorevole della macchina da presa di Zoltán Lovasi, i personaggi si rivelano lentamente, interpretati in maniera convincente da un cast di attori in gran parte non professionisti. Lovasi è sempre vicino a Mari, Anna e Rio, li segue da vicino e copre lentamente i loro corpi quando si fermano, a volte così vicino da creare quasi un effetto di disagio per lo spettatore. Che però, gradualmente, sente il terrore dei personaggi e viene trascinato in un thriller minimalista ed efficace.

Ispirato a una serie di omicidi avvenuti fra il 2008 e il 2009, quando alcune famiglie di zingari ungheresi furono le vittime di uno squadrone della morte locale, Fliegauf, autore anche della sceneggiatura, parte da questo punto per costruire una storia sull’indifferenza, la discriminazione, l’odio e la paura. Mari, Anna e Rio sono ovviamente i parìa della cittadina in cui vivono, e non si sentono protetti neanche nella comunità rom, dove gli uomini creano una specie di milizia per proteggere i loro cari dagli attacchi razzisti. Le autorità non li aiutano e una conversazione tra due poliziotti indica, con estrema freddezza, che l’iniziativa dello squadrone è addirittura considerato di beneficio alla città.

Senza giudicare, il film sottolinea la sensazione di non essere graditi. Sguardi sospettosi, parole dure e silenzi ostinati che dicono molto sono ciò che Mari e i suoi figli ricevono quando lasciano le loro baracche. Ma anche in questi termini la felicità è possibile, e piccoli momenti, come nuotare in un laghetto, raccogliere fiori e girare per i boschi sono indizi della tensione esterna. Mari e i suoi figli sono però ‘zingari buoni’, come dicono i poliziotti, e non hanno nulla da temere. O almeno, così pare...

Gli ultimi minuti guastano un film altrimenti perfetto: quando il significato del titolo diventa ovvio, Fliegauf preferisce un finale drastico. E forse Just the Wind sarebbe stato ancora più potente con un finale aperto, poiché la parte principale della storia è l’inquietante e silenziosa minaccia che i rom sentono, rifiutati e respinti dal resto della comunità.

Prodotto da Mónika Mécs, András Muhi e Ernö Mesterházy per l’ungherese Inforg-M&M Film , Just The Wind è co-prodotto da Germania (Rebekka Garrido e Michael Reuter di The Post Republic) e Francia (Pierre-Emmanuel Fleurantin e Laurent Baujard di Paprika Films) con i sussidi di Eurimages. Il film è venduto da The Match Factory.

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(Tradotto dall'inglese)

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