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USCITE Italia

Paura 3D, l'esordio horror dei Manetti Bros. ispirato a Natasha Kampusch

di 

- Il nuovo film dei due fratelli romani racconta di una ragazza tenuta prigioniera in una cantina. Nelle sale italiane dal 15 giugno

Lo avevano annunciato pochi mesi fa all'uscita del loro anomalo film di fantascienza L'arrivo di Wang. Ora l'incursione nell'horror dei Manetti Bros. è cosa fatta: Paura 3D [+leggi anche:
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, primo film dell'orrore dei due fratelli romani campioni del cinema di genere, sarà nelle sale dal 15 giugno in 220 copie, la maggior parte tridimensionali, distribuite da Medusa. Una storia che partendo da uno spunto classico offre risvolti psicologici, suggestioni orientaleggianti, echi di fatti di cronaca realmente accaduti, il tutto accompagnato da musiche incalzanti e dall'immancabile ironia dei suoi autori.

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Tre ragazzi di borgata, Ale (Domenico Diele, già visto in A.C.A.B. [+leggi anche:
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), Simone (Lorenzo Pedrotti) e Marco (il noto youtuber Claudio Di Biagio) si ritrovano in mano le chiavi di una bellissima villa alle porte di Roma. Il proprietario della villa, il marchese Lanzi (Peppe Servillo, fratello di Toni - foto), è fuori per il fine settimana. I tre amici ne approfittano: ci vanno, svuotano il frigorifero, bevono champagne, mangiano caviale e scorrazzano in piscina. Tutto bene fino a quando non scoprono che in cantina, accanto ai vini d'annata, c'è una donna completamente nuda (Francesca Cuttica, già protagonista de L'arrivo di Wang) tenuta prigioniera allo stato brado. E il marchese, causa contrattempo, tornerà a casa prima del previsto.

Ci sono tante cose in questo film dei Manetti, prodotto da loro stessi (Manetti Bros. Film) insieme a Pepito Produzioni, Dania Film e Vision Project: l'omaggio a Dario Argento (la scena iniziale è palesemente ispirata a Suspiria con pioggia, vento e voce fuori campo), titoli di testa fumettistici che introducono in un'atmosfera da fiaba (il film doveva intitolarsi inizialmente L'ombra dell'orco), squarci di periferia romana sullo sfondo di musica rap, citazioni da "L'uomo della sabbia" di Ernst T. Hoffmann, esplorazione dei molteplici aspetti dell'insanità mentale, tanto metal, sangue che zampilla alla maniera dei manga giapponesi, ma soprattutto un chiaro riferimento alla vicenda di Natasha Kampusch, la ragazza austriaca rapita e segregata per otto anni in uno scantinato.

"Ci siamo ispirati alla vicenda della Kampusch, che abbiamo approfondito leggendo il libro-diario sui 3069 giorni della sua prigionia", ammettono Marco e Antonio Manetti, "ma l'abbiamo messa in scena in modo più spettacolare". Al libro della ragazza austriaca ha fatto riferimento anche Servillo per la costruzione del suo personaggio, aguzzino e paterno allo stesso tempo: "Ho letto il libro e ho cercato di mettere il mio Lanzi in relazione alla storia di questa ragazza che mi ha affascinato soprattutto per come è stata raccontata".

Sebbene il duo confessi che una volta provato l'horror, è difficile concepire film di altro tipo ("Tutte le storie che ci vengono in mente adesso sono dark", dicono), nei progetti dei Manetti c'è ora una commedia poliziesca, attualmente in sviluppo. Quanto all'annunciato remake americano di Wang, confermano le trattative avanzate ma rivelano sorridendo: "Ci hanno mandato alcune idee di sviluppo della storia: ci sono sembrate ridicole. Forse meglio così, almeno il nostro film rimarrà sempre il migliore".

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