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FILM Paesi Bassi

Among Us, tragedia familiare in una banlieue

di 

- Con Among Us, presentato l'anno scorso a Locarno, Marco Van Geffen ritrae in modo etereo e clinico una ragazza alla pari murata nel suo silenzio

In Among Us [+leggi anche:
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, Ilse e Peter stanno per avere il loro secondo figlio. Per prendersi cura della loro famiglia, accolgono in casa Ewa, ragazza alla pari polacca. Ewa è deliziosa, ma la sua estrema timidezza rende la comunicazione difficile. Inibita dalla barriera linguistica, e soprattutto dalla paura di fare o dire male, Ewa si isola ogni giorno di più. Trova conforto presso il bambino piccolo della coppia e tenta di avvicinarsi ad Aga, altra au pair polacca. Ma se non fosse per il loro lavoro, niente le unirebbe: Aga è esuberante e disinvolta, mentre Ewa è tutta silenzio e discrezione. Un giorno, Ewa crede di aver scoperto un segreto che potrebbe stravolgere l'esistenza della sua famiglia ospitante, ma anche dell'intera comunità. Sconvolta, non sa a chi rivolgersi. La sua timidezza potrebbe rivelarsi fatale per le persone che le sono più vicine…

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Su un motivo tutto sommato classico – il grande lupo cattivo che minaccia la piccola e gentile Cappuccetto Rosso – il regista Marc van Geffen opera un doppio cambiamento: uno geografico (ambienta il suo racconto un una zona residenziale olandese, perfettamente noiosa, sotto tutti i punti di vista); l’altro narrativo, svolgendo il suo racconto in tre tempi, ciascuno corrispondente a un personaggio. La costruzione trittica, essenzialmente ellittica giacché focalizza un punto di vista, contribuisce a distillare informazioni col contagocce. Quello che all'inizio sembra un dramma sociologico sullo choc tra culture, si trasforma piano piano in un thriller psicologico. Al disagio etereo di Ewa fanno da contrappunto paesaggi suburbani in cui non succede nulla, una banlieue residenziale priva di anima.

I primi personaggi passati al setaccio sono Peter e Ilse. La coppia è inizialmente disorientata, poi dolcemente esasperata dal mutismo della ragazza. E se questa coppia apparentemente normale nascondesse qualcosa? Tanto più che, nonostante il loro continuo lamentarsi del fatto di non riuscire a comunicare con Ewa, non si può dire che la loro capacità di ascolto sia eccezionale…

Il secondo personaggio a passare sotto la lente è Aga. Questa seconda parte, che serve chiaramente a generare empatia con un personaggio che il regista non esiterà a sacrificare, fallisce i suoi obiettivi e si rivela di fatto il punto debole del racconto. Non si scopre nulla che la prima parte non abbia già lasciato intuire, e che la terza parte espliciterà, anche se serve a enfatizzare il pericolo incombente.

Infine, il terzo capitolo si concentra sulla protagonista, Ewa. La sua estrema timidezza resta un mistero, ma questa parte svela le ragioni del suo comportamento, e la sua graduale scomparsa trova una spiegazione.

Il sistema è efficace, ma un po' troppo ovvio per suscitare l'emozione che il pericolo che incombe sulla comunità richiederebbe. La costruzione a puzzle del racconto crea suspense, così come l'insicurezza di Ewa lascia dubitare fino alla fine che si tratti di un narratore poco affidabile, che il suo terrore nasca da una sorta di paranoia mal gestita. E non si può fare a meno di pensare, sino alla conclusione o quasi, che forse lei non sia altro che la vittima che il film ci dipinge.

Presentato in concorso al 10mo Brussels Film Festival, Among Us, prodotto da Lemming Film, è la prima parte di una trilogia intitolata Tragédie de la famille heureuse. Il secondo capitolo, In Your Name, ha partecipato all'ultimo Atelier della Cinéfondation, dove si è aggiudicato il Premio Arte.

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(Tradotto dal francese)

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