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EDITORIALE

Diversità culturale o darwinismo cinematografico

di 

- Il regista ciadiano premiato a Cannes nel 2010 con L’homme qui crie lancia l'allarme

Il 23 aprile, un decreto ha dato vita in Francia all'Aiuto ai cinema del mondo. Si tratta di una fusione tra il Fondo Sud e l'Aiuto ai film in lingua straniera. Finora, l'uno e l'altro avevano la propria specificità: il Fondo Sud apportava un sostegno non trascurabile alle cinematografie dei paesi del Sud (Africa, America latina, Asia e alcuni paesi dell'Europa dell'Est); l’Aiuto ai film in lingua straniera era, dal canto suo, centrato sui film europei. Al posto del Fondo Sud, che era un aiuto destinato agli autori e alla creazione cinematografica, si ha ora un nuovo dispositivo "dedicato alla coproduzione internazionale". Una svolta inedita nella politica francese di aiuto allo sviluppo dei cinema del mondo.

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Non ho dubbi sulle buone intenzioni alla base della creazione dell'Aiuto ai cinema del mondo. Ha l'obiettivo di sostenere i cineasti di tutto il pianeta. E' una cosa buona. Ma quale sarà lo spazio accordato alle cinematografie del Sud in questa nuova configurazione? Stando al testo, i beneficiari di questo aiuto possono avere diritto a una cifra equivalente al 50% o all'80%, a seconda dei casi, della quota francese nel progetto. Il che significa che maggiore sarà l'apporto francese al progetto (quota del produttore francese, minimo garantito distributore e venditore, televisione francese, ecc.), maggiore sarà l'aiuto accordato. Al contrario, le piccole produzioni, la cui quota francese è debole, saranno penalizzate… Non era così con il Fondo Sud: esso concedeva la sua sovvenzione senza tenere conto della quota francese, ed era persino considerato da numerosi professionisti come un marchio di qualità che permetteva di accedere ad altre fonti di finanziamento.

Con l'Aiuto ai cinema del mondo, si privilegiano i progetti il cui apporto francese è importante. E' in qualche modo un premio ai film ben finanziati. Ora, si sa, nella maggior parte dei casi, i film fragili non hanno il minimo garantito distributore e venditore francese, e beneficiano molto raramente, o per niente, del sostegno di una televisione francese. Di conseguenza, la piccola parte del loro coproduttore francese gli varrà soltanto briciole. E' evidente che questo nuovo dispositivo rappresenta in sostanza la fine della diffusione di voci uniche, audaci, provenienti dai paesi del Sud, la fine di una forma di equità. Gran parte dei progetti del Sud avranno un contributo meno importante rispetto ai film del Nord, già ampiamente sostenuti nei loro rispettivi paesi o dai fondi europei…

Per oltre 25 anni, il Fondo Sud ha permesso di rivelare o accompagnare autori originari di paesi le cui cinematografie nazionali sono fragili, se non inesistenti. Alcuni di questi autori sono divenuti voci importanti nel loro paese e nel mondo, come Souleymane Cissé, Rithy Panh, Lucrecia Martel, Apichatpong Weerasethakul, Aida Beijic, Merzak Allouache, Pablo Trapero, Moufida Tlatli... Quest'anno, sette film finanziati da questo Fondo erano presenti a Cannes, tra cui Post Tenebras Lux di Carlos Reygadas. In totale, oltre 500 film sono stati sostenuti da questo dispositivo che ha ampiamente contribuito al consolidamento dell'influenza francese all'estero.

E' fondamentale che il nuovo dispositivo sia riesaminato e che sia reso più giusto ed equo, tenendo conto della realtà cinematografica di tutti i paesi ai quali questo sostegno è destinato. In caso contrario, molte cinematografie sono votate alla scomparsa. E la diversità culturale, tanto vantata dalla Francia, si vedrà rimpiazzata da un darwinismo cinematografico…


Mahamat-Saleh Haroun è un regista ciadiano premiato a Cannes nel 2010 con L’homme qui crie.

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(Tradotto dal francese)

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