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FILM / RECENSIONI

Bekas - In viaggio per la felicità

di 

- Il giovane regista svedese di origine curda racconta il suo esilio da bambino attraverso una commedia molto riuscita

Se esistesse un premio per il film più "distribuibile" tra i titoli presentati al 23mo Festival di Stoccolma, Bekas - In viaggio per la felicità [+leggi anche:
trailer
intervista: Karzan Kader
scheda film
]
sarebbe sicuramente il grande favorito del pubblico. Questa coproduzione tra Svezia, Iraq e Finlandia, che combina abilmente commedia, ricordi d'infanzia, dramma sociale, ritratto di costume e road movie, è stata salutata da un'ovazione unanime e sonora alla sua prima mondiale nella capitale svedese.

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Il coinvolgimento del regista Karzan Kader in questo progetto va oltre il livello professionale: ha radici personali, intime. Bekas - In viaggio per la felicità evoca infatti la fuga di Kader e la sua famiglia dal Kurdistan iracheno, intrapresa nel 1991 durante l'offensiva di Saddam Hussein. All'epoca, il regista aveva otto anni. Questo esodo lo ha portato fino in Svezia, dove vive tutt'oggi. Inoltre, questo primo lungometraggio di Kader è tratto dall'omonimo cortometraggio che ha realizzato come saggio di fine corso per l'Accademia d'arte drammatica di Stoccolma (dove si è diplomato nel 2010) e che gli è valso la medaglia d'argento ai 38mi Academy Awards degli studenti (l'equivalente degli Oscar per i film prodotti dalle scuole di cinema).

Bekas - In viaggio per la felicità racconta la storia turbolenta dei giovani Zana (7 anni) e Dana (10 anni), due fratelli orfani che decidono di lasciare la loro misera vita in un villaggio curdo per andare in America, una "città" che immaginano di poter raggiungere in due o tre giorni. I due ragazzini prendono questa ferma decisione dopo aver visto di nascosto il film Superman al cinema del villaggio, e sono pronti a fare il possibile perché il loro sogno si avveri. Si mettono quindi a lavorare duramente per potersi comprare un asino, che chiamano Michael Jackson.

Questa piacevole odissea, toccante e divertente, offre anche un quadro intimo del conflitto curdo in Iraq, che prosegue da quasi un secolo. Karzan Kader stesso spiega: "Il Kurdistan è in guerra da talmente tanto tempo che la guerra è diventata la normalità. Voglio che attraverso questa storia, il popolo curdo parli al resto del mondo".

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