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BRUSSELS FILM FESTIVAL 2013

Con Pour une femme, Diane Kurys chiude la sua ricerca della mitologia familiare

di 

- Pour une femme è l'ultimo capitolo dell'autobiografia familiare e cinematografica avviata da Diane Kurys con Coup de Foudre

Con sua madre scomparsa da poco e suo padre molto malato, Anne s’interroga sulla sua ascendenza. I suoi genitori, che hanno divorziato quando era piccola, si sono mai amati? Che cosa li ha separati? Dov'è questo zio di cui le hanno parlato così poco? Dalla sua indagine trarrà qualche risposta, ma soprattutto, nuove domande.

Francia, 1945, il paese liberato è in piena ricostruzione, così come il suo popolo. Lena e Michel si sono incontrati nei campi e sposati. Mentre lottano per avere la nazionalità francese, Michel si avvicina sempre più alla sezione lionese del Partito Comunista. Sua moglie sembra più distante, ma formano una coppia felice, e mettono su una piccola azienda d'abbigliamento, con l'aiuto del partito. Un giorno del 1947, un bell'uomo viene a suonare alla loro porta: è Jean, fratello di Michel, che lui credeva morto in Russia. Mentre Michel vuole credere nel futuro, la famiglia, il lavoro e il partito, Jean si rivela più cupo, e rimugina sugli errori del passato al punto di volerli riparare, costi quel che costi. Malgrado l'amore e il rispetto che hanno l'uno per l'altro, i due fratelli scatenano una battaglia ideologica ma anche sentimentale, da cui nessuno potrà uscire vincitore… Lena, oggetto ma anche soggetto delle liti tra i due fratelli, dovrà scegliere tra l'amore e la ragione.

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Con Pour une femme [+leggi anche:
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, Diane Kurys si lancia nel genere dell'indagine familiare (come Un secret o Elle s’appelle Sarah, ad esempio), arricchita da un'ampia parte autobiografica, mostrata nei titoli di coda del film con un miscuglio di foto intra ed extra diegetiche che tracciano il percorso sia della regista che dei suoi personaggi. Il film è una sorta di summa dei suoi film precedenti, e moltiplica le allusioni. Vi ritroviamo la musica di Yves Simon (Diabolo Menthe, Cocktail Molotov), Lena e Michel Korski (La Baule-les-Pins), la Francia del dopoguerra (Coup de Foudre) e attori che hanno già costellato la sua filmografia (Benoît Magimel visto in Les Enfants du Siècle, o Sylvie Testud e Denis Poldalydès visti in Sagan). Sembra chiudere, se non la sua opera, perlomeno l'esplorazione autobiografica della sua infanzia, rivelando il quesito di base: è figlia di suo padre? Questa domanda al centro della mitologia familiare, anche senza risposta, sembra mettere fine alla ricerca.

Come in diversi suoi film, Diane Kurys si rifugia nella ricostruzione storica (che sia la Francia del dopoguerra o degli anni di Mitterrand), come per assicurarsi una sorta di atemporalità che non ritrova nel presente. Anne, alter ego della regista, è incarnata da Sylvie Testud. Per impersonare la sua eroina, Kurys ha fatto appello a Mélanie Thierry, che indossa con gioia gli abiti volteggianti degli anni '40. Benoît Magimel non manca di ricordare, per la sua tenacia e la sua generosità, Daniel Auteuil. Nicolas Duvauchelle apporta densità al ruolo del fratello tenebroso, e Denis Podalydès, Clothilde Hesme e Clément Sibony completano il cast "d'epoca", che dà al film una freschezza e una vivacità che controbilanciano una ricostruzione storica talvolta un po' rigida.

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(Tradotto dal francese)

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