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KARLOVY VARY 2013

Withering: bambini terribili, e genitori anche peggiori

di 

- Il nuovo film di Miloš Pušić esplora l’enorme gap generazionale tra giovani di oggi e genitori

Withering: bambini terribili, e genitori anche peggiori

Il secondo film del serbo Miloš PušićWithering, è stato proposto in prima mondiale nella sezione East of the West del Karlovy Vary International Film Festival. Questo film cupo, crudele e talora potente esplora le relazioni e i confini tra città e campagna, tradizione e modernità, modi vecchi e nuovi ed un gap generazionale che sembra non essere mai stato più grande tra giovani di oggi e i loro genitori.

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Il film si apre sul 30enne Janko (Branislav Trifunović, Death of a Man in the Balkans [+leggi anche:
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, anche produttore del film) che torna da Belgrado al paese natale, un remoto villaggio sulle colline della Serbia centrale. Il villaggio è quasi disabitato e solo un paio di famiglie sono sopravvissute alle crescenti migrazioni verso le città degli ultimi 20 anni, frequenti in Serbia e nei Paesi balcanici.

A salutarlo ci sono sua madre Milica (Dara Džokić, veterana del cinema yugoslavo) e il vicino Strahinja, migliore amico del suo scomparso padre (l’intenso Boris Isaković, visto quest’anno in Circles). Strahinja sembra un uomo ben intenzionato e dolce, con un grosso problema personale — il figlio, caro amico di Janko, si è suicidato, la moglie Jovanka (Jasna Djuričić, di White White World [+leggi anche:
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) ha smesso di parlare e sua figlia Stamena (Milica Janevski) è alcolizzata.

Deluso dal tentativo infruttuoso di trovare lavoro a Belgrado, Janko ha deciso di emigrare di Svizzera e vuole vendere la terra ereditata dal padre per finanziarsi il viaggio. Il padre però è stato sepolto in quel terreno, e tutti interpretano il gesto come la vendita del padre — Milica in particolare, che sperava che il figlio fosse tornato per sempre. Nonostante le proteste di tutti, Janko va avanti nell’idea con l’aiuto di un amico agrimensore (la star bosniaca Emir Hadžihafizbegović, in un ruolodai risvolti comici).

Con l’aiuto del direttore della fotografia Aleksandar Ramadanović, Pušić fa un uso eccellente del panorama collinare, dai toni gialli nella calda stagione estiva senza piogge, con le messi bruciate in lontananza. Il caldo è quasi palpabile, e la tensione accresciuta dal sound design (di uno dei maggiori esperti balcanici, Zoran Maksimović) nel quale ha un ruolo predominante il ronzio delle mosche sui volti dei protagonisti.

Il lavoro del cast è accettabile, e Isaković è il migliore, anche se alcune scelte avrebbero potuto essere più efficaci. La sceneggiatura, adattata da Dušan Spasojević da una sua piece teatrale, soffre però dei cliché sui Balcani rurali, ma la storia e l’ambientazione sono autentici: tutto è come è davvero nei villaggi serbi — in fin dei conti, gli stereotipi nascono da qualcosa.

Se inizialmente sembra che ad avere problemi siano le nuove generazioni — egoiste, egocentriche, irrispettose — Withering è però nella sua essenza la storia di un ragazzo terribile con genitori anche peggiori. Ma è anche un film sui confini instabili tra metropoli e campagna e su come la percezione di queste categorie cambi in base alle circostanze. Dopo tutto, l’esordio di Pušić, Autumn in My Street, era una storia decisamente metropolitana, ma entrambi i film mostrano un interesse per personaggi marginali che soffrono per le loro azioni e sono vittime della sfortuna di nascere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non ci sono risposte semplici a questo gap generazionale e nel film non ci sono buoni e cattivi. A volte, tutti sembrano esseri umani decenti, ma basta poco allo spettatore per percepirli come mostri.

Withering è co-prodotto dalla serba Hit and Run Productions e dalle svizzera Secondo Film e Burning Parrot. I diritti internazionali sono ancora disponibili.

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(Tradotto dall'inglese)

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