16/08/2013 - Il dramma rumeno Roxanne esplora le conseguenze del tormentato passato del paese

Valentin Hotea,voce nuova del cinema rumeno, esplora come il passato comunista sia ancora vivo nella vita di oggi nel suo esordio Roxanne [+leggi anche:
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scheda film], incluso nel concorso Cineasti del presente di Locarno. Progetto di HiFilm prodotto da Ada Solomon (Child's Pose [+leggi anche:
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intervista: Calin Peter Netzer
scheda film]), il film afferma Serban Pavlu (in foto) come attore principale del nuovo decennio.

Una sera del 1989, prima della Rivoluzione, uno studente delle superiori chiama Radio Free Europe per dedicare la canzone Roxanne dei Police alla ragazza che ama, Roxana. Nella Romania comunista è una cosa illegale, e lo studente, Tavi, viene arrestato dalla Polizia di Stato dopo la denuncia di un informatore. Vent'anni dopo, Tavi (Pavlu) controlla il suo file della Polizia di Stato ed è sorpreso dalla scoperta di avere un probabile figlio con Roxana, dalla quale si era rapidamente separato dopo il triste contatto con le temute autorità comuniste.

Ormai quasi quarantenne, Tavi è schiacciato dalla possibilità di essere padre, e il pensiero lo tormenta: deve scoprire la verità. Ma Roxana (Diana Dumbrava), ormai sposata con un ricco medico, Sandu (Mihai Calin) e madre di tre figli, condividerà il suo segreto del passato?

La premessa è molto interessante, soprattutto in un cinema nazionale che ha a lungo rifiutato di esplorare gli effetti del comunismo nella vita di oggi. Il dramma di Tavi è struggente e le sue intenzioni sono più che onorevoli: non vuole distruggere la felicità di una famiglia ma solo conoscere la verità. All'oscuro per decenni, per lui la verità diventa un'ossessione anche se sa che significherà avere una vita più difficile.

Scritto da Hotea e Ileana Muntean, Roxanne è un film in continua evoluzione, da dramma familiare a poliziesco e poi nuovamente racconto della maturazione di Tavi. I problemi finanziari, una madre malata (Valeria Seciu), una fidanzata musona (Corina Moise), un figlio irresponsabile appena ritrovato (l'esordiente Anghel Damian), a cui si somma il suo file della Polizia di Stato, sono ingredienti eccessivi nel piatto di Tavi, che però non perde mai il controllo e cerca di trarre il meglio da quanto sta accadendo.

Quello che il regista riesce a costruire nei due terzi del film crolla però nella parte finale: la sceneggiatura si trasforma in una prevedibile trappola sull'identità dell'informatore, errore che si sarebbe potuto facilmente evitare. Il confronto finale sembra teatrale ed esagerato, impressione sottolineata ancora di più dalle performance minimali nel resto del film: è come se il regista avesse chiesto agli attori di sussurrare e all'improvviso di urlare.

Roxanne offre a Serban Pavlu una nuova possibilità di impressionare gli spettatori: dopo Everybody in Our Family [+leggi anche:
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intervista: Radu Jude
scheda film] di Radu Jude, Roxanne è il secondo film con Pavlu protagonista. L'attore sarà anche nell'opera prima di Tudor Cristian Jurgiu, The Japanese Dog, annunciato nel concorso Nuovi Registi di San Sebastian. Diana Dumbravă tona a Locarno dieci anni dopo la vittoria del Pardo di Bronzo alla Migliore Attrice per l'esordio di Calin Peter Netzer, Maria. Anghel Damian può invece essere una buona ragione per i nuovi registi di focalizzarsi su una generazione poco visitata dal cinema rumeno.

Prodotto da by HiFilm e Abis Studio con la ungherese Cor Leonis, Roxanne è rappresentato all'estero da Films Boutique. L'uscita domestica è prevista per l'11 ottobre.

(Tradotto dall'inglese)