email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

ROMA 2013 Concorso

A Vida Invisível, il ritorno di Vítor Gonçalves

di 

- Il cineasta portoghese torna a dirigere un film a oltre vent'anni da Midnight e A Girl In Summer. In concorso al Festival di Roma

A Vida Invisível, il ritorno di Vítor Gonçalves

Secondo film europeo presentato in concorso al Festival internazionale del film di Roma (8-17 novembre), dopo la coproduzione turco-franco-tedesco-greca I Am Not Him [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
(leggi la recensione), A Vida Invisível [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
(The Invisible Life) segna il ritorno alla regia del cineasta portoghese Vítor Gonçalves a distanza di 25 anni dal suo ultimo suo film, Midnight, e a 27 dal suo ammirato esordio A Girl In Summer, considerato una delle pietre miliari del cinema lusitano.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

A Vida Invisível è un'opera rarefatta, enigmatica, che esplora mondi interiori, viaggia nella memoria e fa largo uso della voce fuori campo. Sinceramente faticosa. La voce che sentiamo per buona parte del film veicola i pensieri di Hugo (Filipe Duarte - foto). Impiegato statale sulla quarantina, è colpito dalla morte del suo capo, Antonio (João Perry), che si intuisce essere stato anche un suo caro amico. Di notte, seduto sui gradini del ministero dove lavora, Hugo ripensa a quando il vecchio uomo gli rivelò che stava per morire. Certo che Antonio volesse confessargli qualcosa che lo riguardava direttamente, affidandogli un misterioso filmino in 8mm, e spinto dal desiderio di capire di cosa si tratti, Hugo rispolvera alcuni ricordi personali, in particolare quelli legati ad Adriana (Maria João Pinho), la donna che amava. Lo assale quindi il pensiero che la sua sia stata una vita non vissuta. E' questo che il suo amico Antonio voleva dirgli? Forse.

Hugo è un uomo isolato dal mondo, malinconico, guarda la vita scorrere dalla finestra. "Volevo parlare della vita intima del personaggio", afferma Gonçalves, "ma anche guardare all'esterno, quella realtà che Hugo vede lontana, che non gli appartiene". Da lì l'inquadratura fissa e ripetuta della Piazza del Commercio di Lisbona, luogo altamente simbolico: "Per noi portoghesi, la piazza del film ha un significato importante. E' il luogo dove nel secolo scorso, ma anche nell'800, si svolgeva la vita pubblica del Paese, teatro dell'assassinio di Re Carlo, degli eventi più importanti della Repubblica e delle manifestazioni contro il fascismo".

A Vida Invisível si intuisce essere un film molto personale ("c'è un'ombra autobiografica nel film, soprattutto nell'isolamento e la malinconia di Hugo", confessa il regista), ma anche una sorta di omaggio, da parte di Gonçalves, al suo amico e mentore António Reis (il personaggio del film si chiama come lui), compianto maestro del cinema lusitano, colui che lo ha introdotto al mestiere di regista. Appassionato il sostegno al film e al suo autore da parte del produttore Pedro Fernandes Duarte (Rosa Filmes): "Sono stato allievo di Vítor. Chiunque faccia cinema oggi in Portogallo è stato suo allievo (Gonçalves insegna alla Escola Superior de Teatro e Cinema di Lisbona, ndr). E' un film speciale, solo un maestro di regia come lui poteva farlo". Il giovane produttore ha concluso la presentazione al festival romano con un atto d'accusa alla classe dirigente portoghese: "Il governo neo-liberale si nasconde dietro la crisi per negare i finanziamenti e uccidere il cinema. I soldi in verità ci sono. Ma ho fiducia, le cose cambieranno". 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy