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FESTIVAL Lussemburgo

Love Is Blind: un’inattesa storia d’amore

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- Il film di Ilmar Raag è lo sguardo pietoso ai pensieri di persone viste come gli anelli deboli della società

Love Is Blind: un’inattesa storia d’amore

Kertu (Ursula Ratasepp) è una ragazza diversa dagli altri nel suo villaggio. Paurosa e timida, sta per conto suo, e tutto il paese pensa sia una sempliciotta. Un giorno, Kertu si innamora dell’ubriacone del villaggio, Villu (Mait Malmsten). Villu è un alcolista, Kertu è timida, e insieme sono gli emarginati della società. Quando cominciano a parlare, una sera, alla festa del paese, sono piacevolmente sorpresi dal fatto di trovarsi bene in compagnia l'uno dell’altra. Villu sembra l’unico che riesca a vedere Kertu come una personale normale, e Kertu l’unica a non vedere Villu solo come un ubriacone. Passano una serata felice, ma è tutto quello che ottengono: il giorno dopo, la famiglia di Kertu viene convinta che Villu si è approfittato della figlia, anche se la ragazza rifiuta di accusarlo. L’opinione di Kertu vale poco, e per la sua famiglia l’idea dei due insieme è inconcepibile – come può una ragazza così semplice sapere cosa sia bene per lei, e perché ci si dovrebbe fidare dell’ubriacone del villaggio? La coppia viene divisa, e inizia così per i due amanti una lotta per far sentire le loro voci.

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Proposto al CinEast Festival nel programma Cinéscope, Love Is Blind [+leggi anche:
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di Ilmar Raag è interpretato da attori molto dotati: Ratasepp dona al suo personaggio una delicatezza sottile e genuina, mostrando allo spettatore che nascosta sotto una fragile superficie ci può essere una donna dalla volontà fortissima. Ugualmente interessante da vedere è il Villu di Malmsten – donnaiolo ubriacone che, con l’aiuto di Kertu, scopre il suo lato tenero e sensibile ma non sa bene cosa farne. 

E non soltanto i personaggi principali sono da guardare – impressionante è anche la performance delle madri dei protagonisti. Quella di Kertu (Külliki Saldre) è divisa fra voler fare il meglio per la figlia e il sottomettersi alla volontà del marito violento, mentre la madre di Villu (Leila Säälik) offre il ritratto forte di una madre che ama e crede in suo figlio, nonostante sia, agli occhi del villaggio, solo un criminale.

Come sottolinea il titolo del film, l’amore è davvero cieco, e Raag ci avverte di non dimenticarlo. E anche emarginati sociali come una sempliciotta e un ubriacone meritano di prendere le loro decisioni.

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(Tradotto dall'inglese)

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