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FESTIVAL Spagna

L'altra frontera: nella terra di nessuno

di 

- L’opera prima di André Cruz Shiraiwa, girata in catalano e con protagonista Ariadna Gil, è una favola orwelliana molto critica con lo stato di disumanizzazione in cui versa il genere umano

L'altra frontera: nella terra di nessuno
Ariadna Gil in L'altra frontera

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, primo lungometraggio di André Cruz Shiraiwa, è stato presentato in concorso al 47mo Festival Internazionale di Sitges. Il film, con un cast capeggiato da Ariadna Gil, Mireia Ross e Llorenç González, si iscrive nel genere distopico ed è recitato interamente in catalano. Cruz Shiraiwa, di origine giapponese e brasiliana, si è formato a Barcellona, dove ha studiato cinema e ha realizzato due cortometraggi (Killer berberechos e Más triste es robar, versión zaping), vari videoclip e spot. A Sitges ha visto il suo sogno cinematografico proiettato sul grande schermo dopo cinque anni di laboriosa e difficile gestazione, nonostante abbia potuto contare sull’aiuto alla scrittura di ICAA e CDA, il sostegno allo sviluppo dei programmi MEDIA e IBERMEDIA, quello alla produzione della Generalitat de Cataluña e sulla coproduzione di TV3.

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A partire da un’idea originale della montatrice italiana Aurora Sulli, ora avviata a una carriera da sceneggiatrice, Cruz ha voluto fare una critica cruda, ma non noiosa, della frivolezza del mondo attuale. Sulli, che ha conosciuto da vicino alcuni testimoni della guerra dei Balcani e si dichiara fan della brutale trilogia bellica di Agota Kristof (il cui primo volume, Il grande quaderno [+leggi anche:
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, è stato adattato al cinema da Janos Szász), ha voluto riunire tutte le sue impressioni in una sceneggiatura – co-firmata con Cruz – che comincia nello stile de Il tempo dei lupi di Haneke e termina con un universo orwelliano in cui si superano limiti etici insospettabili.

Il film comincia con Hannah, una madre (Ariadna Gil) che, come Sophia Loren in La ciociara, si aggira con suo figlio in un paesaggio bellico, tra carri armati ed elicotteri, dove bisogna prostituirsi per procurarsi qualcosa di basico come una bottiglia d’acqua. In questa odissea incontreranno un’adolescente senza famiglia che si unirà a loro e insieme faranno gruppo in un campo profughi dove, per ottenere i visti, dovranno sottomettersi a prove in cui venderanno qualcosa di più prezioso del propri corpo: i segreti più oscuri della loro intimità.

Il film è diviso quindi in due parti ben distinte. Se la prima è un viaggio, una ricerca disperata e una lotta accanita per la sopravvivenza, la seconda trascorre tra il filo spinato di questo campo profughi che pare quasi un campo di sterminio nazista, giacché tutto è mosso dalla rabbiosa rivalità dei suo abitanti. Cruz ha ammesso di aver cambiato nel montaggio la storia originale e di aver sacrificato alcuni minuti della prima parte che avrebbero spiegato meglio il comportamento dei personaggi e il motivo per cui finiscono per compiere simili barbarie. Nonostante ciò, il film si erige a critica coraggiosa dello sfruttamento della donna, della violenza e della sottomissione del genere umano a un sistema che lo tirannizza senza pietà. Prodotto da Cine de Garage, L'altra frontera è in cerca di un distributore in Spagna. 

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(Tradotto dallo spagnolo)

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